è costruita di oblio
e di profonde voragini
nere più della pece.
Io mi ci crogiolo
e nei miei silenzi
penso parole sottili
che violano ogni pertugio.
Ma taccio i dolori
per intransigente pudore
chiudo a chiave lo sguardo
per aprirlo soltanto alla notte.
Non posso morire
ho ancora tante bestemmie
da raccontare alla luna
e non so da dove iniziare.
Però, le mie tenebre
sono un quadro d’autore
al quale do dei ritocchi
di ombre e di sussurri.
Ma passerà ogni cosa
il vento, persino la nebbia
tranne la mia solitudine
che abbraccia l’intero universo.
N° 3775 - 5 settembre 2019
Il Custode
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