il mio mondo
e vi hai trovato il silenzio
e spine dell’arcolaio
alle quali ti sei punta
e che ti hanno avvelenata.
Nessun bacio da parte mia
avrebbe mai potuto
renderti felice
mentre in balìa del sogno
tu sprecavi i tuoi giorni
a cercare una via di uscita.
Io ho eretto un muro
robusto, seppure invisibile
e il frutto del mio egoismo
regalava fiori appassiti
e le tue lacrime di dolore
diventavano marea.
Il tuo posto è vacante
nessuno lo può colmare
né chi entra un istante
né chi pretende di restare
dentro il mio sguardo
vuoto e senza luce.
Adesso è un mausoleo
questa mia mente malata
nella quale io conservo
pensieri senza futuro
e parole che non pensavo
quando furono umilianti.
Ma mi rassegno
anche se avrei voluto
tenerti ancora qualche secolo
chiusa dentro la mia anima
e però non c’era spazio
nel mio mondo.
N° 3779 - 9 settembre 2019
Il Custode
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