imprigionati in un sogno
che non ebbe riscontro
seppure in quell’oblio
sembrava stessimo bene.
Anime alla deriva
non comprendemmo i silenzi
allora noi li tacemmo
e solamente i pensieri
gridavano osceni rimpianti.
Ti avrei chiesto perdono
lo avrei fatto persino
per gli errori che commettesti
e però mi era difficile
riconoscere i miei.
Adesso ti parlerei
soltanto per ricordarti
perché non serbo rancore
alla tua delusione
nell’avermi imparato.
Poiché siamo stati stupidi
quando noi decidemmo
di unire le solitudini
che ci resero acidi
e mendicanti d’amore.
N° 3771 - 2 settembre 2019
Il Custode
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