con adolescente incoscienza
tra i ruderi dello zuccherificio
dove il destino
era sempre in agguato
ed il pavimento in procinto
di inghiottirci ad ogni passo
e le donne anziane alle finestre
ci gridavano di uscire da là.
Erano giorni bellissimi
in quella via di Sampierdarena
noi, buttati per le strade
a giocare con la fantasia
ginocchia lise e sbucciate
eppure molti sorrisi
che il futuro era distante
appeso ad un orizzonte imperfetto
coperto da materne nuvole.
Cosa fu di quegli anni
rimase un quesito irrisolto
i volti e persino le voci
caddero e si ruppero al suolo
diventando cicatrici dell’anima
evanescenti e malinconici ologrammi
che sfuggirono al trascorso passato
per tramutarsi in ricordi
da cartoline colore di seppia.
I momenti della Crocera
dentro un’arbanella appannata
dai sospiri della nostalgia
incisero la mente ed il cuore
che a volte ancora sanguinano
nel ripensare a quei tempi
fatti di infanzia e di lacrime
che ho perso dalle mie tasche
ed ora non tornano più.
N° 4129 - 26 giugno 2020
Il Custode
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