in un posto vicino al mare
dove, tra la magnolia e il silenzio
tu hai finto di amarmi davvero
tanto d’averti creduta.
Sei stata e forse più non sei
ma mi hai denudato l’anima
tanto che adesso io ho freddo
nessun rogo, nessun falò
pare sia in grado di riscaldarmi.
Portami nei tuoi deliri
nelle situazioni talmente confuse
che tu usasti come pretesto
per liberarti di me
della mia presenza ingombrante.
Ti guardo e vedo i tuoi occhi
capaci di offuscare i tuoi seni
e adesso la mia mente vacilla
a causa di un sogno interrotto
quando ti chiesi la tua verità.
Portami…ovunque tu vuoi
che se anche fosse la morte
avrebbe un sapore più mite
di questo insolente dolore
capace di rendermi folle.
Ma so di averti perduta
seppure tu, come nessuna
ti avvicinasti tanto al mio cuore
da prenderlo ed averlo in pugno
ed infine farne poltiglia.
N° 4105 - 4 giugno 2020
Il Custode
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