mentre solcavo le nuvole
e seminavo gocce di pioggia
sulle dune lungo il deserto
e nascevano rose di sabbia
senza spine, né alcun futuro.
La bellezza della prima notte
il silenzio dell’ultimo amore
ho composto frasi sconnesse
solamente per non morire
ed intanto morivo ogni giorno
e però io non lo sapevo.
Ho sfiorato il manto di un gatto
e sulle dita io ne ho la magia
e la cecità dei miei occhi
si tramuta e diventa falena
mentre il bacio della luna piena
si riposa sopra la mia fronte.
I pensieri sono un’altalena
sospinta dal vento del mio dolore
ogni tanto, sotto le unghie
ho il sapore di un triste addio
lungo il mare, in un guscio di noce
ho seguito il sospiro di Azimut.
L’ho rinnegata, la vita dolce
perché non sapeva di inferno
lentamente, come fossi una piuma
sono sceso verso i fiumi di lava
adesso io sono cenere e oblio
e però non importa a nessuno.
N° 4111 - 9 giugno 2020
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento