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mercoledì 3 giugno 2020

RICORDO DELL'ULTIMO ADDIO

E la falena mi disse
che presto saresti tornata
ed io, come un pellerossa
mi chinai ad auscultare le scale
ma c’era un tale silenzio
che pareva la fine di tutto.

Scrivesti che te ne andavi
perché non amavi la notte
pensai fosse una cosa stupida
non lo dissi per non offenderti
ma tu, che eri una strega
mi leggesti i dubbi ed i pensieri.

Le mie ciglia diventarono pesanti
tanto da chiudermi gli occhi
pensai che in questa maniera
il dolore restasse occultato
e però persino la talpa
lo vedeva assai nitidamente.

Da qualche parte, il tuo addio
faceva bella mostra di sé
si pavoneggiava alla gente
come un’attrice, ai fotografi
io ne ero talmente confuso
da farne origami di sangue.

Adesso, nel bicchiere di vodka
si mescola la mia prima lacrima
riflette quell’ultimo sorriso
che io dedicai alle tue labbra
sicché bevo per non dimenticare
seppure non ricordo che cosa.

  N° 4103 - 3 giugno 2020

                                               Il Custode

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