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giovedì 25 giugno 2020

SCENDEMMO COME LA CENERE

Scendemmo come la cenere
da un cielo con il sole stanco
nel mentre la foresta bruciava
incendiata da chi ci cacciava.

Raccolti i nostri miseri stracci
lasciammo il nostro villaggio
noi che, come lupi braccati
inseguimmo un destino avverso.

Volemmo salire le montagne
per nasconderci nelle tenebre
dentro il labirinto di grotte
dove nessuno poteva scovarci.

Però imboccammo il sentiero
verso gli alberi alti e maestosi
oltre i cespugli folti di bacche
e non capimmo d’essere in trappola.

Accerchiati come la selvaggina
noi vedemmo il fuoco avanzare
e provammo a pregare gli dei
a spengere le fiamme con le lacrime.

Ma non avemmo alcuno scampo
e fu così che noi tutti morimmo
fummo tizzoni di carne e di brace
e pensieri di rovente dolore.

Noi, il popolo del Nord Europa
alla mercé dell’Impero cattolico
e scendemmo come la cenere
un ultimo bacio alla nostra terra.

  N° 4128 - 25 giugno 2020

                                                    Il Custode

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