solcato da splendide
lacrime
nelle quali intingere le
dita
da portare, poi, alle
mie labbra
sicché da comprendere,
alfine
perché io ti ho amata
tanto.
Voglio ricreare su tela
quella tua triste
espressione
di quando mi dicesti
addio
mentre io, muto ed
insensibile
deglutivo le parole
d’amore
che tu avresti voluto
ascoltare.
Voglio percuotere la mia anima
per ritrovare i tuoi
sorrisi
ed implorarti di tornare
a me
come se io lo volessi
davvero
quando, invece, è la mia
solitudine
che mi impone di volerti
ancora.
Voglio…e però è troppo tardi
adesso che sei solo un
ricordo
che giunge a ferire il
mio cuore
qualcosa rimasto in
sospeso
e che io racconto a me
stesso
ma nemmeno a me stesso
interessa.
N° 3530 - 14 dicembre 2018
Il Custode
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