ed accesa l’ultima luna
sedette alla fermata
dell’autobus
ad aspettare l’oblio
oramai colmo di anime
spente.
Rivolse uno sguardo alla notte
un saluto alla neve in
arrivo
poiché era destinato a
partire
e non avrebbe fatto
ritorno
nemmeno per mille
dobloni.
Chissà quale volto aveva
il senso della
disperazione?
Egli, durante la sua
esistenza
era stato un essere mite
poco incline alla
commiserazione.
Pareva diretto all’inferno
eppure l’aria era assai
gelida
che credette d’avere
sbagliato
il marciapiede, la
pensilina
ma oramai era pronto ad
andare.
Infine si fece giorno
e il suo corpo di senza
tetto
giaceva alla fermata
dell’autobus
sulle sue labbra un
sorriso
e la vita, solamente un
ricordo.
N° 3536 - 21 dicembre 2018
Il Custode
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