ma sulla sua pelle
gelida
le mie labbra implosero
e diventarono fiocchi di
neve
sopra i quali urinavano
i cani.
Però affrontai la tormenta
poiché sapevo che oltre
le vette
giaceva il suo corpo
bellissimo
mi bastava di riuscire a
sciogliere
il ghiaccio dentro il
suo cuore.
Il vento sferzava il mio volto
fino ad offuscarmi la
vista
fu allora che io
diventai cieco
e dovetti immaginare il
suo amore
come fosse qualcosa di
vero.
Ma infine ne fui disilluso
quando violai il suo
nascondiglio
e la sua sagoma, sotto
le stalattiti
mi rivelò che la sua
anima
era il baratro verso la
solitudine.
N° 3524 - 5 dicembre 2018
Il Custode
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