dentro la casa vuota
tra le pareti impregnate
della tua fragile ombra
ed avrai mille rimpianti
e rancore, e solitudine
però potrai fare incetta
del mio amore silente.
Abbandona il tuo duomo
la tua serenità effimera
il gelo che, nella notte
si nutre del tuo cuore
stanco
poiché ti sto aspettando
nell’oblio delle stanze
buie
che tu percorrevi da
sola
come uno spettro
umiliato.
Io vivo le mie catene
senza te le sollevo a
fatica
e ti penso con molta
rabbia
e l’anima mia putrefatta
segui il richiamo
dell’onda
la fragranza della
salsedine
e torna a me per restare
giacché io ti amo
ancora.
N° 3514 - 21 novembre 2018
Il Custode
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