mentre con il mio
pugnale
io accarezzo la tua
pelle
e le tue gocce di sudore
scintillano sopra la
lama.
Nella penombra della stanza
il tuo sguardo è una
farfalla
che si posa terrorizzata
sopra gli oggetti di
tortura
che io tengo sugli
scaffali.
I tuoi occhi sono belli
intanto che supplicano
pietà
c’è una lacrima e c’è
luce
che li rende
irresistibili
un trofeo da me ambito.
Io posseggo questo disordine
nel profondo della mente
un alter ego di violenza
che mi suggerisce cosa
fare
di questa tua insulsa
vita.
Il tuo sangue scorre veloce
sopra il tavolo
d’acciaio
laddove io ti ho legata
saluta quel nettare
pregiato
che custodivi nelle
vene.
Ben presto io mi scorderò
il tuo viso e la tua
voce
il perché ti sto
uccidendo
ti prego…smetti di
implorare
stai solamente per
morire.
N° 3517 - 25 novembre 2018
Il Custode
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