È quel rantolio che
impreca
bestemmie seminate in un
canto.
Tu, che mi dicesti parole
soffocate da una coltre
di fango
eppure io le ascoltavo
sorridevo pur senza
comprenderle.
Sicché tendesti la tua altalena
tra la luna ed i miei
pensieri
e dondolavi come una
ballerina
poi ti fermavi sulle mie
labbra
e spendevi il tuo bacio
sbadato.
Io confidai nel tuo amore
benché la chiromante
predisse
che le cinque monete che
io rubai
dalla giacca di Messer
Mangiafuoco
non potevano certo
bastare
a comprare la tua
serenità.
Però ti avrei attesa nel buio
mille giorni dalla tua
partenza
ma sulla banchina della
stazione
la rotaia vibrava impazzita
ed io non leggevo la
bussola
sicché lanciai la mia
monetina
per trovare la via verso
il Nord.
Adesso affido un messaggio d’addio
al becco del gabbiano
Livingstone
e spero che la corrente
sia mite
sopra il cielo che
conduce a Carpi
quanto serve per sentire
l’alito
di una notte uscita da
una romanza
quanto occorre per
vedere il tuo viso
e scoprire che mi manca
ancora.
N° 3508 - 14 novembre 2018
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento