come ubriachi per strada
trascinati via dal
vortice
del tuo estremo erotismo
infine si adagiano piano
sul tuo bellissimo
corpo.
Dopo, impigliati alla tela
dei tuoi oscuri capelli
restano come la preda
che aspetta la venuta
del ragno
ed in balìa di quel
morso
accoglie una morte
dolcissima.
Nuda e nella penombra
ecco che tu sei
l’emblema
della tentazione d’amore
selvatico e senza
ritegno
visione che uccide il
pudore
e che non dà via di
scampo.
Quale magia la tua pelle
i seni che sfidano
l’aria
laddove i capezzoli
attendono
il tocco delle mie
labbra
che scivola e riprende
vigore
dinnanzi al tuo
clitoride.
Tu, che sei la bellezza
e sei consapevole
d’esserlo
hai linee che ti
tratteggiano
come è per un capolavoro
che nessun artista, né
sognatore
potrebbero mai
immaginare.
Io brucio e divento cenere
ad ogni tuo sguardo
rovente
che ammicca dentro i
miei occhi
e nella disfatta, mi
arrendo
pronto a concederti
tutto
forse persino il mio
cuore.
N° 3516 - 24 novembre 2018
Il Custode
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