di rovi e mani protese
e tra le gemme degli
alberi
frammenti del suo
profumo
una foresta assai fitta
che conduceva al suo
regno.
Armato di penna ed inchiostro
ho attraversato la
nebbia
seguendo, durante la
notte
le lacrime di stelle
cadenti
armato d’un amore
robusto
ho sconfitto perfino le
lucciole.
In cima alle alte mura
mi osservavano, i demoni
però lei era talmente
bella
che nulla poteva
fermarmi
in cima alla volta
notturna
io mi apprestavo a
volare.
Nella magia dei suoi occhi
d’improvviso sono
precipitato
sicché dimenticai le
coste
ed il mare di acre
salsedine
nella magia delle
tenebre
solo la eco della sua
voce.
Ed infine io sono inciampato
sul riflesso della sua
tristezza
quasi un sogno da
raccontare
nelle gelide sere
d’inverno
ed infine io mi sono
perduto
nell’oblio, a pochi
passi da Salem.
N° 3501 - 5 novembre 2018
Il Custode
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