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sabato 29 settembre 2018

VANITA' DEL PAVONE

Nello specchio d’acqua
che il lago regalò
con lo sguardo altero
si affacciò il pavone.

L’odore dell’aurora
scendeva sopra i campi
ed egli, col suo canto
violò pace e silenzio.

Ma fu nel contemplare
la propria immagine riflessa
che si avvide con orrore
del misfatto alle sue spalle.

Dalla sua stupenda coda
mancava, ahimè, una piuma
che adesso scivolava
sui taciti frangenti.

In preda allo sconforto
in balìa dello sgomento
si sporse oltre la riva
per recuperare il suo tesoro.

Accadde molto in fretta
di cadere in mezzo ai flutti
e nel volgere di un lampo
annegare tra le onde.

E con l’incompleta livrea
seppure dalla bellezza intatta
morì in fondo al lago, il pavone
a causa della sua vanità.

  N° 3465 - 29 settembre 2018

                                                          Il Custode

giovedì 27 settembre 2018

QUEL VISO VELATO

Non lo nascondere
il tuo bellissimo viso
dietro quel velo elegante
dentro la tua inibizione.

Mai prima d’ora
né per un distante futuro
i miei occhi hanno incrociato
qualcuna più sublime di te.

Il tuo sguardo
ed il tuo garbo orientale
mi spingono alla deriva
dove voglio ancora restare.

Tienimi con te
altrove io sarei perduto
la mia anima non ha condiviso
nulla che sia più affascinante.

Capolavoro di mandorlo e latte
e lineamenti da Medioevo
tu distruggi la mia armatura
il mio destino dipende da te.

  N° 3464 - 27 settembre 2018

                                                          Il Custode

MI PENTO

Io mi pento
delle speranze promesse
nel buio della tua stanza
quando il vento taceva
nella notte sulla pianura.

I tuoi occhi adorati
come moribonde marmotte
sono immagini indelebili
che io non posso scordare
mentre osservo la vita.

Un percorso irto di spine
così fu quell’amore
ai bordi di una voragine
dove la mia anima gridava
prima di cadere ai tuoi piedi.

Che cosa ne è stato di te
e dei tagli sopra i tuoi polsi?
La fame dentro il tuo cuore
ti ha portata distante
dal mondo, dall’intera realtà.

Io ho disegnato il tuo viso
sulle nuvole di un cielo terso
ma se ancora potessi ascoltare
il riflesso della tua voce
potrei ancora ricordarmi di te.

E però non credo ai romanzi
nemmeno ai fantasiosi racconti
sicché, e seppure mentendo
io rinnego la tua bellezza
e mi pento di averti amata.

  N° 3463 - 26 settembre 2018

                                                             Il Custode

martedì 25 settembre 2018

LA VOCE

La voce tua è melodia
suono del flauto di Pan
io, nella foresta incantata
raccolgo le parole che dice
prima che giunga il silenzio.

Tu mi guardi, e sei soddisfatta
poiché credi di avermi in pugno
e mi sussurri frasi d’amore
che presto diventano oscene
io fatico a contrastarti.

La voce tua è tuono
un boato dentro la notte
io mi risveglio dal mio torpore
dai pensieri che stavo pensando
ed abiuro i baci che offri.

Io ti guardo, e sembri delusa
nessuno mai ti ha rifiutata
ma diventi docile come la neve
che si posa sulla pianura
prima di arrendersi al sole.

La voce tua è passione
un amplesso da sempre sognato
e comprendo che è utopia
fare a meno della tua bellezza
sicché taccio e mi appago di te.

  N° 3462 - 25 settembre 2018

                                                         Il Custode

lunedì 24 settembre 2018

LA CONSORTE DEL RE

Dicono che lei abbia fascino
ma il suo sorriso è beffardo
come l’unghia sopra l’ardesia
che graffia le pareti del cuore
ed emette un fastidioso lamento
capace di fare implodere l’anima.

Sicché le damigelle di corte
dicono di avere il terrore
di quel suo sguardo malvagio
che come un pugnale affilato
penetra e scava negli occhi
ed estirpa ogni loro pensiero.

Lei è una preda assai ambita
frutto proibito ai comuni mortali
dicono che chiunque la seduca
è destinato a una morte atroce
ciò che accadde ai cavalieri e ai plebei
che hanno osato sfidare la sorte.

Affacciata alla sua finestra
lei osserva la vasta contea
ed il regno di montagne e villaggi
dicono che le segrete siano popolate
di donzelle che più di lei
possiedono garbo e hanno bellezza.

Lei, l’arroganza di chi è potente
e convinta di ottenere ogni cosa
eppure il suo talamo è freddo
e l’amore solamente un’utopia
dicono che a lei non importi
ma nella notte piange in silenzio.

Sotto la luna e sotto le stelle
lei cammina per il grande parco
chissà che cosa mai sogna
quando ogni villico è assopito?
Lei, la consorte del Re
dicono che è una donna disperata.

  N° 3461 - 24 settembre 2018

                                                            Il Custode

sabato 22 settembre 2018

LA NOTTE E LA PIOGGIA

La notte
e la pioggia
sopra i sentieri deserti
nel silenzio la eco
del sospiro dei corvi
ed il cielo che sputa
il suo vento robusto
che solleva le foglie.

Ma cosa rimane
di te
del tuo viso
finanche dei tuoi pensieri?
Persino la luna
pare voglia impedire, pietosa
di mostrare i tuoi occhi
oramai deturpati.

Cala il sipario
e si alza la nebbia
a coprire il tuo corpo
in bilico sulla brughiera
mentre la notte
e la pioggia
raccolgono i loro respiri
e se ne vanno lontano.

  N° 3460 - 22 settembre 2018

                                                             Il Custode

mercoledì 19 settembre 2018

MUTO

Cambio pelle
e lascio che s’addormenti
sopra l’asfalto rovente
dove rimane per secoli
affinché tu possa rammentare
che io ci sono stato.

Sicché io muto
non sono più chi pensavi
ma come fossi un serpente
scivolo via velocemente
ed i tuoi occhi stupiti
diventano gemme distanti.

Addio amore
o qualunque cosa tu fosti
adesso io sono crisalide
in fuga dalle catene del bozzolo
pronto ad affrontare il destino
quale che sia il suo profumo.

E mi trasformo
non sono più chi volevi
se non un antico ricordo
magari addirittura un rimpianto
…addio amore
non ho più bisogno di te.

  N° 3459 - 19 settembre 2018

                                                            Il Custode

martedì 18 settembre 2018

HO SCRITTO UN SOGNO

Ho scritto un sogno
amore mio senza tempo
prima di perdere il senno
e dimenticare il tuo nome.

Sulla riva dello stagno
con la saliva di un rospo
perché un giorno fui un principe
in attesa delle tue labbra
ma quel bacio non arrivò
ed io morii sopra una ninfea.

Ho usato una piuma di cigno
figlio di un brutto anatroccolo
e però mi tremava la mano
sicché tu non lo decifrasti.

Col colore della notte
il contorno di luna piena
poiché credetti di essere un lupo
e tu falco nel cielo antico
la fiaba gotica che infrangesse
il delirio di un sortilegio.

Vennero poeti alla mia corte
e cantori da oltre la contea
per imparare quelle parole
modellate di delirio onirico.

Adesso ti penso ancora
amore mio senza destino
scivola il sangue dalla mia mano
il tuo ricordo dalla mia mente
ed io ricordo quanto ti amai
persino quando il sogno svanì.

  N° 3458 - 18 settembre 2018

                                                            Il Custode

lunedì 17 settembre 2018

L'UOMO SENZA RICORDI

Io vorrei aprirle
queste finestre sbarrate
dentro la mia mente spezzata
ma dove potrei mai volare
in questo cielo di piombo?

Per quanto io vada lontano
non rammento i passi percorsi
quelli che mi hanno condotto
dentro questa prigione
di pensieri solamente accennati.

Io non lo so, io non ricordo
ed i volti dinnanzi a me
sono ombre talmente veloci
che sfuggono dalle mie dita
protese verso l’oblio.

Ogni tanto arriva qualcuno
oltre il vetro ed il silenzio
e mi parla, ma io non capisco
sicché lo guardo senza premura
come se egli avesse ragione.

Sono un uomo, un animale
non comprendo la differenza
comunque sia io vorrei provare
a calcare quel buio sentiero
ma ho paura di non saper ritornare.

E sprofondo nella mia branda
da dove osservo il soffitto distante
tra le rughe della sua tinta
c’è una nuvola, forse c’è il sole
tutto tranne la mia libertà.

  N° 3457 - 17 settembre 2018

                                                          Il Custode

domenica 16 settembre 2018

CADONO PENSIERI

Cadono pensieri
simili a gocce di rugiada
che la punta di una foglia
non riesce a trattenere
e li perde, e li rimpiange
infine muore disperata.

Forse, se si alzasse il vento
tornerebbero a volare
dentro il cielo della sera
popolato dalle lucciole
damigelle fluorescenti
giunte al ballo con le stelle.

Cadono e si infrangono
sulle onde che insofferenti
si trascinano alla costa
per cercare tra la sabbia
e recuperare le conchiglie
che la marea ha depredato.

Ed il genio nella lampada
ha provato a conservarli
benché fosse assai impegnato
a coltivare quei desideri
che mai nessuno gli esaudì
durante la sua solitudine.

E se solo fosse amore
ci sarebbero molte ragioni
per rinchiudere in un otre
ogni suo singolo ricordo
per poi gettarlo dentro un pozzo
che pare non avere fondo.

Ma che cosa potrei fare
di questa mia mente sconnessa?
Intrappolato nel dolore
sopra il ramo di una quercia
vedo che cadono pensieri
e non riesco ad afferrarli.

  N° 3456 - 16 settembre 2018

                                                         Il Custode