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domenica 30 dicembre 2018

LA STREGA NUDA

Il suo richiamo intrigante
mi condusse a varcare
la soglia della sua grotta
sotto l’inferno profondo.

Io, nello sguardo di Salem
dopo un irto percorso
sopra le ossa e le carni
di chiunque mi precedette.

E però non ebbi paura
poiché stordito d’amore
sicché cercai nelle tenebre
il corpo della strega nuda.

Odore acre di zolfo
che si mescolava alla rosa
la vista mi si paralizzò
dinnanzi al suo viso stupendo.

Io, tra le braccia di Salem
conoscevo il mio sacrificio
ma la mia mente era in balìa
della sua bellezza sublime.

Sicché, alfine, nel suo talamo
tra le erbe e le candele accese
la notte fu di estrema passione
e parole di indecente lussuria.

Io, tra le fauci di Salem
ed il suo istinto di mantide
ricordo quell’ultimo bacio
fu così che persi la vita.

  N° 3542 - 30 dicembre 2018

                                                         Il Custode

sabato 29 dicembre 2018

LA MIA BOCCA AVIDA

La mia bocca avida
prepotente sulla tua pelle
dai baci che non finiscono
e se dovessero finire
ne modellerei altri ancora
per baciarti all’infinito.

Perché io ti amo
ed impazzisco al tuo profumo
fruttato ed afrodisiaco
sicché le mie labbra ingorde
affrontano l’intero percorso
del tuo corpo meraviglioso.

Non fermare la mia passione
ma lasciami godere di te
per sentire dentro il palato
la libido del tuo desiderio
tu che fingi di non volerlo
ma mi implori di continuare.

  N° 3541 - 29 dicembre 2018

                                                        Il Custode

giovedì 27 dicembre 2018

LA SCOMPARSA DEL GATTO DI PEZZA

Annusò l’aria e il silenzio
con le sue vibrisse di stoffa
e decise che era giunto il momento
di perdersi nell’universo
esplorare mondi molto distanti
con il suo sguardo fatto di vetro.

Dentro una notte cieca
egli posò l’ultimo bacio
sulla labbra di una luna sbadata
e sul viso di quella bambina
che dormiva un sonno profondo
e sognava tanto da non risvegliarsi.

Egli non si perse d’animo
ma raccolse quel miagolio
che nella sua mente di ovatta
aveva solamente sperato di dire
come i gatti che per la strada
cantavano al cielo parole sconce.

Troppi gli anni trascorsi
ad immaginare l’amore
e vederlo passare davanti
senza mai riuscire a sfiorarlo
mentre avrebbe voluto una carezza
sopra il suo manto di pezza nera.

Se mai egli si fosse pentito
avrebbe tenuto per sé il segreto
dentro il cuore d’orgoglio felino
che non aveva mai imparato a battere
ma era una gemma di rosso rubino
oltre il rammendo sopra il suo petto.

Sicché egli svanì nel nulla
e sono passati diversi lustri
che la bambina, oramai donna
lo cerca con garbo sulla soffitta
dopo si ferma ad osservare la notte
con la speranza di vederlo tornare.

  N° 3540 - 27 dicembre 2018

                                                        Il Custode

lunedì 24 dicembre 2018

ASPETTO

Aspetto
di ritornare alla vita
intanto riciclo i pensieri
insieme a qualche ricordo.

E respiro
forte quasi fossi tempesta
che solleva le foglie
e le trasforma in rondini.

Però sento freddo
dentro il mio guscio di noce
dove il sole non filtra
e pare sia sempre inverno.

Io sono morto
eppure non lo volevo
sebbene la mia esistenza
fosse tutt’altro che docile.

Queste mie mani
sono evanescenti ologrammi
che accarezzano i fiori
ma non li sanno afferrare.

Comunque aspetto
certo non mi manca il tempo
magari, al mio ritorno
infine io sarò felice.

  N° 3539 - 24 dicembre 2018

                                                      Il Custode

domenica 23 dicembre 2018

POESIA NERA

Il cuore è un ibrido
un pendolo che oscilla
tra il desiderio di uccidere
ed il miserabile bisogno
di incontrare una vittima
capace di infondermi rimorso.

Sono malato di protagonismo
le mie gesta saranno leggenda
ma così distante dai riflettori
la mia arte è sottostimata
e non posso raccontare le suppliche
delle prede da me sezionate.

La notte è il mio regno
la percorro in un tale silenzio
che i gatti e le prostitute
sussultano al mio passaggio
e mentre i primi mi sfuggono
le altre implorano invano pietà.

L’anima di cui tutti parlano
è sostanza di astratta utopia
il mio nome scritto su tela
è poesia nera e terrificante
che io recito come un lamento
in balìa di un delirio bellissimo.

  N° 3538 - 22 dicembre 2018

                                                      Il Custode

sabato 22 dicembre 2018

PIANTO DI BANSHEE

Ho avuto un amore
troppo distante da me
da me che vivo la notte
e sono uno spettro sperduto.

E però lo credevo
quasi che avessi ancora
un cuore che prevaricava
il mio sinistro lamento.

I miei occhi cerulei
mi sono stati d’ostacolo
e quell’amore è svanito
nella foresta d’Irlanda.

Adesso consumo lacrime
che pensavo dimenticate
gocce di gemme di stelle
sul capo delle formiche.

E mi dipingo di nebbia
all’ombra delle croci celtiche
perché nessuno s’avveda
del mio immenso dolore.

Io, destinata all’oblio
all’eterno di solitudine
cullata dalla maledizione
della mia voce graffiante.

Sicché mi nutro di anime
non è per malvagità
ma soltanto per ritrovare
l’amore avuto e perduto.

  N° 3537 - 22 dicembre 2018

                                                     Il Custode

venerdì 21 dicembre 2018

DANNATO

Egli era dannato
ed accesa l’ultima luna
sedette alla fermata dell’autobus
ad aspettare l’oblio
oramai colmo di anime spente.

Rivolse uno sguardo alla notte
un saluto alla neve in arrivo
poiché era destinato a partire
e non avrebbe fatto ritorno
nemmeno per mille dobloni.

Chissà quale volto aveva
il senso della disperazione?
Egli, durante la sua esistenza
era stato un essere mite
poco incline alla commiserazione.

Pareva diretto all’inferno
eppure l’aria era assai gelida
che credette d’avere sbagliato
il marciapiede, la pensilina
ma oramai era pronto ad andare.

Infine si fece giorno
e il suo corpo di senza tetto
giaceva alla fermata dell’autobus
sulle sue labbra un sorriso
e la vita, solamente un ricordo.

  N° 3536 - 21 dicembre 2018

                                                       Il Custode

SONO IO, LA MORTE

Sono io, la morte
tutto il resto è il nulla
un percorso misero e impervio
fatto di spine e illusioni
per poi comunque giungere
innanzi alla mia corte.

Dacché le mie lusinghe
nell’arco di epoche e lune
hanno goduto da sempre
di un tocco di pura magia
un’arte di seduzione e piacere
che tu non potrai eludere.

Orsù, ignoto viandante
non puoi sfuggire al fato
sicché reclina il tuo capo
ed accetta che la mia falce
scenda a sfiorarti la gola
e depredarti dell’anima.

Per compensare i tuoi occhi
io assumerò le sembianze
in grado di poter appagare
la tua vista e i tuoi sensi
tu immagina ogni tuo sogno
e lo potrai quasi toccare.

In un battito di ciglia
avrai compiuto il tuo viaggio
laddove, pronte ad attenderti
saranno tenebre e oblio
…sono io, la morte
tutto il resto è finzione.

  N° 3535 - 21 dicembre 2018

                                                         Il Custode

L'AMORE CHE NEGASTI

Si impiglia alla mia anima
un agonizzante sospiro
che ha cavalcato la brezza
generata da uno sbuffo di luna.

E mi rammenta il tuo viso
che io solcavo con garbo
con la punta delle mie dita
con il mio sguardo estasiato.

Vorrei…ma non è che utopia
riprendere l’antico cammino
fino a violare il tuo cuore
e ricongiungerlo al mio.

Ma posso soltanto sbirciare
il rimpianto che mi lasciasti
è chiuso nella torre più alta
insieme all’amore che negasti.

  N° 3534 - 20 dicembre 2018

                                                      Il Custode

lunedì 17 dicembre 2018

LE CENERI DEL FIGLIO

Perduto il cuore
nell’urna ciò che rimane
di un bambino bellissimo
chissà se in fondo al mare
troveranno alfine conforto
le ceneri dell’amato figlio?

Ma il cielo è plumbeo
funesto come quel giorno
che reclamò a sé la sua vita
la raccolse dai fili d’erba
mentre egli ascoltava i grilli
adulare le cicale in amore.

Sulla strada verso il nulla
laggiù riposa quel suo sorriso
che in una sera d’estate
diventò gelida brina
e l’anima un cencio bucato
consumato dalla candeggina.

Non vi fu trucco né inganno
solamente un fato bastardo
che afferrò la sua giovinezza
e ne fece un grumo di sangue
e la mente, otre scheggiato
la sparse ben oltre la luna.

Soltanto le stupide favole
raccontano di buoni finali
ma egli intraprese quel viaggio
che non compete agli adolescenti
e suo padre coltivò la follia
mescolata ad un dolore straziante.

  N° 3533 - 17 dicembre 2018

                                                     Il Custode

domenica 16 dicembre 2018

STRANI ANIMALI

Strani animali
stanno sopra il sentiero
hanno occhi che pungono
come cespugli di rovi
e respiri e sospiri
di maleodorante ferocia.

Il loro sguardi invasivi
sanno scovare le prede
ovunque, nascoste con cura
tremano per il terrore
che congedare la vita
non è per niente facile.

Hanno inventato nei secoli
metodi sempre più abbietti
per torturare ed uccidere
persino le loro creature
poiché non hanno coscienza
di che significhi il male.

I loro cuori di pietra
scevri da ogni rimorso
sono vuoti come conchiglie
che il mare ha rifiutato
ma come conchiglie scintillano
per irretire gli stolti.

Hanno conquistato le vette
violato i fondali profondi
le loro menti evolute
potevano preservare il pianeta
ma in loro ha prevalso l’odio
ed ancora la cupidigia.

Le loro mani di falce
grondano del sangue innocente
che ogni cosa che toccano
è destinata ad appassire
…strani animali
i bastardi esseri umani.

  N° 3532 - 16 dicembre 2018

                                                        Il Custode