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martedì 28 luglio 2015

LA FURIA DELL'ORSO

Sono sempre più numerosi
e sono armati e molto decisi
ed io, quantunque lo volessi
non potrei combatterli tutti.

Loro vogliono la mia foresta
vogliono gli alberi per le loro case
sicché con le ruspe ed i camion
distruggono qualunque cosa
che sbarra loro il cammino
dalla tana dello scoiattolo
alla tela del giovane ragno.

Ero nella mia grotta
impegnato ad accumulare provviste
mi ha avvisato il sospiro del vento
che sbatteva contro le pareti.

In fondo alla collina
io li vedo e mi monta la rabbia
sono laggiù che berciano e ridono
frattanto che i loro cani
scodinzolano fra le loro gambe
per una misera pacca sul capo
per gli avanzi del loro pranzo.

Persino le api, coraggiose da sempre
abbandonano il polline dei fiori
e dopo avere messo in guardia le farfalle
si danno alla fuga per non ritornare.

Adesso sale la eco
dell’urlo delle motoseghe
che squartano i possenti arbusti
li abbattono come fuscelli
quasi fossero giganti colpiti
dall’ira di un Dio malvagio
che crollano e non si rialzano.

Io sono sopra questa rupe
osservo lo scempio e verso lacrime
nel frattempo si alza la polvere
della terra e delle schegge di legno.

Io li vedo e sono adirato
sicché scendo come una furia
non potrei combatterli tutti
ma ne colpisco quanti più posso
finché tuonano i loro fucili
giusto dove stride il mio cuore
che si ferma e si concede all’oblio.

  N° 2952 - 12 luglio 2015

                                                 Il Custode

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