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venerdì 31 luglio 2015

LO SPLENDORE

Per quale ragione
bambino mio
Hai percorso una tale distanza?
Tu, così lontano
da questi miei occhi
eppure ancora aggrappato
alla mia anima spenta.

E c’è una lacrima
nel suo riflesso un’immagine
e quell’immagine
ti assomiglia tantissimo
ha il profumo delle tue labbra
e di quelle tenebre
che invasero la tua mente.

Adesso io torno a vestire di nero
ed è il colore che più mi si addice
passano alcuni amori
amori che non comprendono
che il mio cuore divenne arido
dal giorno nefasto
nel quale tu mi lasciasti.

Non ho più sogni
bambino mio
soltanto i ricordi della tua infanzia
talmente breve fra le mie mani
dolorosa all’inverosimile
negli anfratti delle mie rughe
che furono ghiaccio nel sole d’estate.

Passano diversi amori
amori egoisti ed ingiusti
intolleranti alla mia solitudine
io intanto ricamo la mia oscurità
che mi calza alla perfezione
perché la luce non ha alcun senso
giacché eri tu il mio solo splendore.

  N° 2955 - 16 luglio 2015

                                                 Il Custode

giovedì 30 luglio 2015

STARO' BENE

In principio sarà il gelo
dopo arriveranno le tenebre
e questo dolore incessante
mitigherà fino a svanire.

Come una foglia sul ramo
io danzo appeso al soffitto
mentre stringe il cavo di rame
la gola smarrisce il respiro.

Accadde che io fui esausto
delle sconfitte ottenute
solo e oramai senza speranza
vivere non aveva alcun senso.

Raggiungerò le mie ombre
che stanno annusando la quiete
ma spero che il viaggio sia breve
il mio zaino non è molto capiente.

Solamente un lieve rimorso
poiché nel momento di salutare
io non sapevo che cosa dire
né avevo qualcuna da rimpiangere.

Me ne vado in punta di piedi
sebbene appaia paradossale
perché io danzo appeso al soffitto
come una stella aggrappata alla luna.

E però la mia sofferenza
non mi ha lasciato alternative
porto con me i miei pensieri migliori
quelli felici li ho perduti da tempo.

In principio sarà il gelo
dopo di che solamente l’oblio
perché il cuore mi faceva male
ma ovunque sarò io starò bene.

  N° 2954 - 15 luglio 2015

                                                 Il Custode

mercoledì 29 luglio 2015

TI VOGLIO

Io ti voglio
ed ho bisogno di te
per poter avere qualcuna
da insultare alla sera
da picchiare ogni qualvolta
che provi a parlarmi d’amore.

Io ti voglio per ignorarti
mentre tu sanguini e piangi
perché è davvero piacevole
trascinarti alla pazzia
il tuo dolore è sublime
io me ne nutro e sto bene.

Ti voglio fino a mentire
a millantare il rimorso
però in fondo alla mia anima
il messaggio è piuttosto chiaro
tu non sei che un pretesto
per sfuggire alla mia solitudine.

  N° 2953 - 14 luglio 2015

                                                Il Custode

martedì 28 luglio 2015

LA FURIA DELL'ORSO

Sono sempre più numerosi
e sono armati e molto decisi
ed io, quantunque lo volessi
non potrei combatterli tutti.

Loro vogliono la mia foresta
vogliono gli alberi per le loro case
sicché con le ruspe ed i camion
distruggono qualunque cosa
che sbarra loro il cammino
dalla tana dello scoiattolo
alla tela del giovane ragno.

Ero nella mia grotta
impegnato ad accumulare provviste
mi ha avvisato il sospiro del vento
che sbatteva contro le pareti.

In fondo alla collina
io li vedo e mi monta la rabbia
sono laggiù che berciano e ridono
frattanto che i loro cani
scodinzolano fra le loro gambe
per una misera pacca sul capo
per gli avanzi del loro pranzo.

Persino le api, coraggiose da sempre
abbandonano il polline dei fiori
e dopo avere messo in guardia le farfalle
si danno alla fuga per non ritornare.

Adesso sale la eco
dell’urlo delle motoseghe
che squartano i possenti arbusti
li abbattono come fuscelli
quasi fossero giganti colpiti
dall’ira di un Dio malvagio
che crollano e non si rialzano.

Io sono sopra questa rupe
osservo lo scempio e verso lacrime
nel frattempo si alza la polvere
della terra e delle schegge di legno.

Io li vedo e sono adirato
sicché scendo come una furia
non potrei combatterli tutti
ma ne colpisco quanti più posso
finché tuonano i loro fucili
giusto dove stride il mio cuore
che si ferma e si concede all’oblio.

  N° 2952 - 12 luglio 2015

                                                 Il Custode

lunedì 27 luglio 2015

TIENIMI CON TE

Nel gelo della solitudine
ed intanto la notte cianciava
le parole ascoltate dai grilli
poi le ripeteva alla luna
addormentata d’un sonno profondo.

E le nuvole, per pura magia
si vestivano di un rosa tenue
quasi che il sole avesse scordato
il riflesso di alcune scintille
egli, sbadato sin dalla nascita.

Lei sedette sopra i suoi ricordi
e tra le mani una fotografia
c’era un principe o forse un demone
quale che fosse l’immagine stinta
era il ritratto di un grande amore.

Ma fra le rughe dei fili d’erba
il suo pianto si fece rugiada
lacrime frutto di onde d’oceano
che si tuffavano come bambine
dopo si perdevano nei formicai.

Con gli occhi aperti verso le stelle
ed erano gemme di rara bellezza
lei si sdraiò sul prato immenso
attenta comunque a non calpestare
ciò che restava di tutti i suoi sogni.

Tra le mani una fotografia
ed era un principe oppure un demone
lei rammentò come nacque l’addio
<<Tienimi con te>> fu l’ultima supplica
ma lui la lasciò morire da sola.

  N° 2951 - 11 luglio 2015

                                               Il Custode

domenica 26 luglio 2015

NEL TUBO

Luccicava la polvere
nella penombra del tubo
ed oscillava quasi danzasse
al ritmo della rotaia.

Io avevo i miei pensieri
e li tenevo soltanto per me
e nel rumore assordante
nessuno poteva udire
la eco del cuore in tumulto.

Una giovane donna garbata
non ero altro che questo
vedevo le persone ignorarsi
quasi che ognuno fosse da solo.

Poi con un lampo violento
avvenne la prima esplosione
avvenne e non era distante
tanto che io mi sporcai
col sangue di chi fu sventrato.

Il vagone prese ad oscillare
e come un dinosauro ferito
si adagiò su di un fianco
stridendo e sputando scintille.

La gente cominciò ad urlare
convinta che quelle grida
potessero spaventare la morte
ma io me ne sarei vergognata
e decisi di morire in silenzio.

Io avevo come una spina
che premeva nella mia gola
era fatta di metallo rovente
e mi lasciava senza respiro.

Nel tubo, nella confusione
s’alzava il fumo verso il soffitto
sembrava la nebbia di Londra
giunta come un telo pietoso
a coprire i cadaveri in frantumi.

Una giovane donna moribonda
non ero altro che questo
vedevo le persone sorreggersi
aiutarsi gli uni con gli altri.

Dopo qualcuno mi sollevò
mentre io non ero che un cencio
nello sguardo mostrava la pena
io sapevo che stavo morendo
ma non avevo voce per dirlo.

E la luce fu molto insolente
mi colpì diritta negli occhi
era il sole che bagnava la strada
io venni adagiata sopra l’asfalto.

Intanto il tubo pareva l’inferno
di fiamme e di calore insopportabile
laddove i figli del vile Allah
simili a demoni mieterono anime
e mi depredarono della vita.

  N° 2950 - 9 luglio 2015

                                              Il Custode

sabato 25 luglio 2015

RACCOGLI LE TUE OSSA

Raccogli le tue ossa
sparse laggiù, nella terra
e distanti dalla bandiera
per la quale tu moristi
fra queste zolle straniere
e che non ti appartennero.

Tu, spettro per i campi
senza più meta e ricordi
da quando desti la vita
per la tua patria ingrata
da quando svendesti l’anima
ad un Dio che non esiste.

Osserva il tuo lembo di cielo
dopo raggiungi l’oblio
l’inferno è per chi è rimasto
il paradiso per i sognatori
e tu per cosa lottasti
se non per la tua stupidità?

Coraggio…è tempo di andare
verso le tenebre, il nulla
dove non sarai più da solo
ma insieme ad altri coglioni
che scommisero, infine persero
alla propria ultima guerra.

  N° 2949 - 8 luglio 2015

                                              Il Custode

venerdì 24 luglio 2015

UNA STELLA AD ATLANTIDE

Al davanzale della notte
io osservavo le onde giocare
ma fui talmente curiosa
da sporgermi troppo
fino a precipitare.

Ed attraversai le tenebre
alle spalle dell’Orsa Maggiore
la luna era troppo impegnata
a fare moine ai poeti
sicché non mi vide cadere.

Allora provai ad afferrare
il filo robusto dell’orizzonte
e però avevo le mani sudate
di lacrime e di polvere di latte
che raccolsi durante la via.

Inghiottita dal mare profondo
il mio sangue dipinse i coralli
divenne elisir per gli squali
e linfa vitale per le alghe
infine giunse alla porta di Atlantide.

Si narra che le sirene
siano creature dai modi garbati
misteriose e dalla voce suadente
eppure quella che io incontrai
si dimostrò una vera arpia.

Dietro il suo sguardo bellissimo
non albergava alcuna pietà
ed affascinata dalla mia luce
mi conservò dentro una teca
quale reliquia di un mondo lontano.

Adesso l’oceano è la mia dimora
la mia prigione d’acqua e di sale
la luna è troppo impegnata
a vezzeggiarsi per gli innamorati
e non si ricorda di me.

  N° 2948 - 6 luglio 2015

                                               Il Custode

giovedì 23 luglio 2015

LA RISACCA

Il cielo
poche le nuvole
e lieve la brezza
connubio e soave danza
sulla melodia della risacca.

Questa notte è bellissima
ma se non ci fosse la luna
perderebbe tutto il suo fascino
però, magari
con qualche stella
sembrerebbe un dipinto gotico
l’incantesimo di una strega.

Sulla sabbia bagnata
con i piedi ancora immersi
tra le onde di questo mare
che si agita
nella profonda oscurità.

E scintilla il riflesso
delle conchiglie sulla battigia
quasi ceramica lucida e candida
e chissà quante leggende
hanno visto e vissuto
nel peregrinare attraverso i secoli
sopra i seni delle sirene.

È poesia
il profumo della salsedine
sopra la mia pelle
all’interno della mia anima
benché bruci sulle mie ferite.

Il promontorio è distante
siede con garbo sopra le acque
pare una pennellata di catrame
sulla tela di questo paesaggio
che incollato alla mia vista
resta immobile e placido
come fosse tatuato nei miei occhi.

  N° 2947 - 3 luglio 2015

                                               Il Custode

mercoledì 22 luglio 2015

TI HO ATTESA A LUNGO

Ti ho attesa a lunga
o amore
dove l’onda baciava gli scogli
e la risacca era melodia
pareva il cantico delle sirene.

Sono trascorsi i lustri
intanto la luna è invecchiata
lo stesso i relitti sopra la sabbia
con le alghe sulla chiglia
come edera aggrappata ai muri.

Pallida lo sei sempre stata
bellissima
e questo è innegabile
ed io, sul mio tronco scavato
siedo e frattanto ti sogno.

La notte
e con essa la solitudine
il tuo profumo mescola alla salsedine
ecco perché io rimango
quasi un folle, come un sognatore.

Cade una stella
diventa una stella di mare
allora io esprimo un desiderio
ti ho attesa a lungo
adesso desidero morire.

  N° 2946 - 2 luglio 2015

                                               Il Custode

martedì 21 luglio 2015

IL VIAGGIO DELLA FALENA

Il nibbio lo disse alla falena
di non abbandonare la notte
e però lei aveva sentito storie
e leggende che tramutò in sogni.

Nel silenzio raccolse il suo zaino
e lo riempì di polvere d’ali
era certa che le sarebbe servita
se avesse avuto pensieri felici.

L’aveva rubata ai cadaveri
delle farfalle sdraiate sulle bacche
ma lasciò un petalo di rosa
posato accanto al capo di ognuna.

Non ascoltò i rimbrotti della luna
né l’avvertimento del pipistrello
che certo la dissuadeva per la fame
o forse per astio verso la luce.

Da qualche parte, oltre la foresta
le voci diventavano frastuono
ma la falena non seppe imparare
che quel posto era assai pericoloso.

Ma nel momento esatto in cui si fermò
per la paura e per il ripensamento
incrociò il malvagio ghigno del vento
ed il vento la sollevò con forza.

Il suo volo fu rapido e confuso
e in un baleno percorse le stagioni
in riva al mare, davanti alla risacca
il vento tacque e la lasciò cadere.

Ed un granchio le rubò lo zaino
e con lo zaino, la polvere d’ali
sola ed accecata dal sole nascente
pianse lacrime che bucavano la sabbia.

Ma una bambina venne e la sentì
e la raccolse piano fra le sue mani
disse: <<Sei bella, o triste falena
sei l’emblema delle tenebre distanti.>>

Nella sua casa, in quella prigione
lei la rinchiuse dentro un’arbanella
ma la falena col tumulto nel cuore
pianse un solo giorno ed infine morì.

  N° 2945 - 2 luglio 2015

                                              Il Custode

lunedì 20 luglio 2015

IL MIO NOME E' SALEM

Accadde…fu per via delle tenebre
e per il buio che carezzava il glicine
io smarrii il senno e la rotta
nella pianura, durante la notte
e mi ritrovai sperso e sgomento
con la bussola impigliata alla tasca.

C’era la casa, e con la casa la luna
e le finestre chiuse e le inferriate
lei stava seduta sul bordo del precipizio
ed il fondo del fondo ribolliva di lava
quello era l’inferno ed era la sua dimora
era laddove mi condusse il destino.

Oltre la soglia soltanto il suo profumo
pareva che lei mi stesse aspettando
<<Il mio nome è Salem>> disse d’un fiato
come io mi chiamassi lo avevo scordato
sicché tacqui e lei mi lesse i pensieri
i suoi erano astratti e senza futuro.

Nella mia mente visioni a pioggia
il lupo, la gazza e la sua immensa bellezza
però quelle labbra sulle mie vene
erano seta rovente e afrodisiaca
io, mesmerizzato dai suoi occhi spenti
distribuivo carezze alla rinfusa.

Una fusione di corpi tra le lenzuola
e sospiri e ricordi da riempirci lo zaino
c’era un libro, e con il libro una rosa
oramai unta di inchiostro e di poesia
io fra i suoi seni mi sentivo un bambino
e rinascevo ad ogni suo bacio.

L’amore è l’amore…e bastava crederlo
io non credevo neppure a me stesso
lei lo capì e si tramutò in ombra
in una scheggia nera diretta all’oblio
<<Il mio nome è Salem>> bisbigliò il vento
che in balìa della rabbia divenne tempesta.

  N° 2944 - 1 luglio 2015

                                              Il Custode

domenica 19 luglio 2015

STRADE

Forse alla prossima svolta
tu troverai il tuo destino
ed io ti osserverò
dal mio sentiero scosceso
opposto al tuo percorso di spine.

Magari non sarà la neve
ciononostante, i nostri cuori
saranno lastricati di ghiaccio
quello che è nel tuo sguardo
e sulla punta del mio sorriso.



Ed eccole, le nostre lacrime
in attesa quasi fossero corvi
come stalattiti sopra il soffitto
che si staccano verso di noi
dopo infilzano le nostre anime.

Benché tu pianga non sei la sola
ad avere raccontato parole vere
le nostre strade si fanno distanti
tu non ti fermi né io mi volto
a salutare la tua fragile ombra.

Oltre i miei passi soltanto il dirupo
spero che sia più mite il tuo viaggio
davvero non so che cosa meriti
però mi auguro che tu lo ottenga
e che, infine, ne faccia tesoro.

  N° 2943 - 29 giugno 2015

                                                   Il Custode

sabato 18 luglio 2015

OBLIO DEL NOSTRO AMORE

E noi sedemmo insieme
ai bordi delle nostre vite
in un pomeriggio desolato.

Nel cielo limpido e terso
il sapore dei nostri pensieri
che artigliati dai gabbiani
si frantumavano
a volte in gocce di pioggia
ed altre in frammenti di dolore.

Noi non eravamo più
ma era difficile dircelo
sicché lo tacemmo
e quel silenzio durò a lungo.

La sabbia e le onde
si baciavano, ed era tremendo
poiché rammentavano i giorni
sulla punta delle nostre labbra
io e te e nessun altro
io e te il mondo intero.

E non parlammo
le parole erano distanti
quanto i nostri sguardi feriti
aggrappati all’orizzonte
per non svanire nell’oblio
dove pare che noi perdemmo
il profilo del nostro amore.

  N° 2942 - 29 giugno 2015

                                                   Il Custode

venerdì 17 luglio 2015

SONO IL SILENZIO

Sono il silenzio
il tacito soffio del vento
qui, immobile sulla veranda
osservo le nuvole in fuga
dal mio odio, dalla mia rabbia
ed il tuo cadavere sul pavimento.

Scricchiola il tuo sangue
quello che ha dipinto le suole
ed ha sporcato i miei anfibi
è un rumore assai fastidioso
allora non faccio alcun passo
ma annuso la quiete notturna.

Stai sospirando
pare che tu ancora agonizzi
sei distesa nella cucina
e morirai senza premura
frattanto nel cielo, le stelle
si inseguono come bambine.

Questo posto mi piace
odora di alberi e di menta
la luna si trova a proprio agio
vicina, quasi seduta sul prato
le montagne oltre le tenebre
sembrano titani alquanto severi.

Io a volte ti vedo
ho delle schegge nella mia mente
del tuo viso, dei tuoi splendidi occhi
meraviglia che non so descrivere
e però io non ti amavo
ma apprezzavo il tuo dolore.

Il tuo pensiero
mi parla…ed è bellissimo
tu vorresti domandare perché
ma sai che non otterresti risposta
tu vorresti un ultimo bacio
io non ho tempo per queste cose.

Dio, quanto sono stanco!
Ammazzarti non è stato facile
ma ti do la mia parola
che domani avrai la tua sepoltura
a due spanne dal vecchio salice
dalle acque del grande lago.

Sono il silenzio
uomo scevro dal sentimento
ma ecco…una stella cadente
graffia e trancia la notte a metà
io esprimo il mio desiderio
ed è quello di uccidere ancora.

  N° 2941 - 28 giugno 2015

                                                   Il Custode