il quale ebbe un sussulto
sulla tua mano gelida
fatta di inverno profondo.
Il tuo sorriso di sfinge
avvolse tutto il mio viso
io non trovai più l’uscita
e caddi sulle ginocchia.
Ti dissi molte parole
che tu fingesti apprezzare
però si alzò la tormenta
sopra il tuo sguardo egoista.
Io scivolai sul sentiero
oramai lastra di ghiaccio
picchiai con le labbra il suolo
quasi che fosse il tuo bacio.
Fu allora che rammentai
di non averne mai avuti
tu oscillavi come bandiera
sul promontorio distante.
Ma io restai impigliato
sul tuo silenzio d’addio
e stalattiti i miei pensieri
e lo stesso fu per le lacrime.
N° 4186 - 16 agosto 2020
Il Custode
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