che danzano, in bilico
al ritmo di un vento lieve
stalattiti sopra il soffitto
nel posto delle ragnatele
che rincorrono ancora
piangendo di disperazione
la loro vita che un tempo fu.
Hanno vissuto la casa
adesso non ne sanno migrare
e sono ombre sperdute
o forse, solamente fantasmi
aloni di antichi sorrisi
caduti sotto il pavimento
e mai più ritrovati.
Ed osservano, i ragni
quegli affranti ologrammi
mentre sopra la loro tela
le mosche implorano ancora
ma passano veloci, i secoli
e nulla pare che sia mutato
non resta che la tristezza
di non trovare la pace.
N° 4184 - 14 agosto 2020
Il Custode
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