polvere e cicatrici
e venne come la fiamma
lo sguardo che indossavi.
La sera era sbadata
e non attese la luna
sicché il tramonto inciampò
sopra le onde del mare.
Chiesi qual era il tuo nome
lo dicesti e io dimenticai
avevo dubbi irrisolti
che continuavo a pensare.
Tu mi portasti ovunque
e ovunque era bellissimo
che fare l’amore con te
diventò la mia ragione di vita.
Ma la vita non mi garbava
ed io mi sentii frastornato
il gusto delle tue labbra
mi rimase sopra la pelle.
Adesso osservo il mare
ne accarezzo la solitudine
mi nutro del senso di pace
eppure io mi sento morire.
N° 4188 - 17 agosto 2020
Il Custode
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