lo leggo nei tuoi pensieri
ucciderti mi sarà facile
pentirmi, per nulla scontato.
So che sei rassegnato
hai imparato il tuo destino
le tue lacrime, oramai aride
sono stalattiti luminescenti.
Io passo con garbo le dita
sopra il tuo viso minuscolo
sulla tua pelle fragile
che pare di carta velina.
Però impatto il tuo sguardo
e quasi che fosse uno specchio
sembra donarmi il riflesso
di qualcuno che un tempo io fui.
Tu mi ricordi i miei giorni
il passato che ho vissuto
ed ogni sopruso, ogni abuso
che mi fecero come io sono.
Sicché sono assai confuso
preda di un tremendo dilemma
darti la morte…e la pace
oppure una nuova speranza?
Ma penso e vedo il futuro
tu che sarai come me
predatore di giovani anime
e sogni da ridurre in poltiglia.
Io non te lo posso permettere
con rabbia ti squarcio la gola
ed il tuo respiro si quieta
al pari della mia ira.
N° 4174 - 5 agosto 2020
Il Custode
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