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domenica 2 agosto 2020

ULTIMO BACIO D'ADDIO

Ed il silenzio scese
come se fosse veleno
lungo le strade vuote
sopra le foglie ingiallite
e si prese la scena
come fanno gli attori
abili nel recitare
ciò che non hanno vissuto.

Percorse l’intera notte
e la notte lo accolse
gli diede in pasto le stelle
lo abbeverò con la marea
infine gli indicò
a chi rivolgere gli occhi
verso quegli occhi spenti
ed oramai privi di sogni.

Aveva studiato parole
da riempirvi quaderni
ma l’inchiostro gli era colato
chiamato a sé dalle onde
ed egli non seppe mimare
il pensiero che ebbe imparato
lungo banchine e moli
sferzati dal vento d’autunno.

Strisciò che pareva serpente
sibilando la sua pazzia
dentro gli anfratti del cuore
sulle pareti dell’anima
doveva recare il messaggio
che raccolse durante il viaggio
seppure fosse assai certo
di quanto male facesse.

Ed arrivò nella casa
ancora sommersa dal buio
ed incrociò quello sguardo
che esso doveva incontrare
ma ricordò d’essere muto
lo fece con un forte sollievo
ma la sua espressione mutò
davanti ad un’ombra triste.

E nonostante il suo garbo
la verità non ebbe segreti
ma aveva una consistenza
che si poteva toccare
il gusto della disperazione
il profilo del sogno svanito
quello che a raccontarlo
induce la vita a finire.

E pianse in modo sommesso
per paura di farsi sentire
codardo per vocazione
non seppe dire parole
ma affidò alla fantasia
e ad un foglietto di carta
la bozza di quello che fu
un ultimo bacio d’addio.

  N° 4171 - 2 agosto 2020

                                               Il Custode

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