con indosso la rabbia
che diventò travolgente
si abbatté sui miei occhi
distrusse il mio cuore
ancora impegnato ad amarla.
Soffiò con molta violenza
sicché feci molta fatica
però persi il mio equilibrio
non seppi dove aggrapparmi
quando la sabbia mi accecò
poi penetrò i miei polmoni.
Mi mancava il respiro
lo cercai in un’arbanella
benché io ne avessi timore
all’interno, un uragano
di onde ed estremo dolore
mi condussero alla pazzia.
D’improvviso mi quietai
come se io fossi un naufrago
che si arena sulla battigia
la sua ira si perse lontano
e così fu per il suo bel viso
ed io non lo trovai più.
N° 4177 - 7 agosto 2020
Il Custode
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