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lunedì 30 dicembre 2019

UN FREDDO INVERNO

Fu un freddo inverno
vissuto nelle baracche
era il primo, dal terremoto
noi lo pensammo l’ultimo
e ci facemmo coraggio
in attesa della ricostruzione.

Anni di fatica e sudore
sputati tra le montagne
al centro della penisola
matrigna, anziché genitrice
e quando la terra tremò
ebbe inizio la nostra odissea.

Ritenemmo, in quell’agosto
d’avere avuto fortuna
quando scorgemmo i cadaveri
estratti dalle macerie
ma costoro morirono in fretta
risparmiandosi ogni calvario.

Sugli scranni del Parlamento
si succedettero diversi figuri
che, mestieranti della dialettica
giunsero qui con le loro promesse
ed i volti tirati con arte sopraffina
finsero un dolore misconosciuto.

Ma noi restammo in vita
adirati con Dio e con il fato
e ricordati dall’intera Nazione
solamente ad ogni anniversario
di quando la terra si scosse
inghiottendo persone ed animali.

  N° 3913 - 30 dicembre 2019

                                                     Il Custode

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