come la primavera che sorge
e che riporta la vita
tra i monti e sulla pianura.
Tu che profumi d’amore
e mi fai scordare la notte
che io guardo con imbarazzo
la luna che mette su i bronci.
Rimani sulle mie labbra
ed imparerò il tuo sapore
da non raccontare a nessuno
per gelosia e per discrezione.
Ti amo, benché sia una teoria
che ritengo alquanto ardita
ma così è l’intera vita
e persino la solitudine.
Tu che dai forma all’estasi
ogni volta che le mie dita
si perdono sopra il tuo viso
e non sanno più ritornare.
N° 3752 - 15 agosto 2019
Il Custode
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