Avevo le tasche bucate
e tutti i miei sassolini
caddero in fondo al dirupo.
Io li avevo raccolti
giacché alquanto sbadato
volevo creare un sentiero
che avesse il tuo profumo.
Siccome tu mi mancavi
io presi l’inchiostro di china
e cominciai a disegnare
qualcuna che ti somigliasse.
Quello che fu il tuo sorriso
io lo dipinsi su tela
ma scese la tua prima lacrima
e cancellò ogni cosa.
Filo di robusto acciaio
dentro la cruna dell’ago
ma rammendare l’amore
oramai non era possibile.
Allora io percorsi la notte
e raggiunsi l’ultima luna
sotto di me era un paesaggio
degno di un quadro apocalittico.
Però io non compresi
il senso della tua solitudine
neppure conobbi mai le parole
con le quali chiederti scusa.
E con le mie tasche bucate
ed i sassolini perduti
io ti confondo col sogno
benché non sappia più sognare.
N° 3756 - 19 agosto 2019
Il Custode
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