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domenica 4 agosto 2019

IL SOGNO DI IRENE

Chissà quale fu mai la forma
del sogno visto la notte scorsa
quando, nel fondo delle tenebre
la mia mente non aveva limiti?

Adesso che io mi risveglio
nulla mi appare cambiato
nella mia cella è il silenzio
all’esterno, soltanto il deserto.

Ho ancora nostalgiche visioni
degli alberi e dei corsi d’acqua
laddove qualcuno è arrivato
mi ha rubata e portata distante.

Il vento che muove gli sterpi
è l’unica voce che io ascolto
è lieve per non disturbarmi
garbata come un bacio d’amore.

Mi hanno detto brutte parole
perché in tutto il mio villaggio
nessuno credeva al loro dio
ciononostante voleva vivere.

Loro hanno ammazzato chiunque
risparmiando soltanto noi donne
io ho pianto lacrime vane
e suppliche, ahimè, inascoltate.

Qualcuna mi ha raccontato
che saremo merce di scambio
le schiave del nuovo millennio
destinate alla prostituzione.

Io non so quale forma aveva
il sogno dell’ultima notte
però io conosco il suo nome
e quel nome non è che libertà.

  N° 3741 - 4 agosto 2019

                                               Il Custode

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