vecchio e fragile uomo
e riposa la tua mente
dai frammenti dei ricordi
conservati nelle tasche
e che tu fatichi a ricordare.
Parlami con la saggezza
racchiusa nelle tue rughe
e che io amo ascoltare
perché quando guardo i tuoi occhi
vedo l’uomo che tu fosti
immagino quello che io sarò.
Perdonati la fragilità
dei tuoi gesti, del tuo sospiro
io non biasimo i tuoi errori
non esalto le tue virtù
ma rispetto il tuo percorso
nell’impervio della vita.
Nel tuo incedere incerto
io vi leggo la dignità
con la quale affronti il viaggio
che ti porterà distante
a quel tramonto che ti attende
e che pretende la tua mano.
La solitudine è la conquista
della tua esistenza oberata
dalle parole da raccontare
a chi decise, solo guardandoti
che eri tu la sua persona
la migliore da poter amare.
Siedi accanto a me
vecchio e moribondo pensiero
e lascia che la tua fronte
accolga un ultimo bacio
chiudi gli occhi ed apri le ali
ed io accetterò il tuo addio.
N° 3770 - 31 agosto 2019
Il Custode