Come una
serpe, si insinua
in ogni anfratto
dentro ogni pertugio
e cerca qualcosa di puro
perché non è puro il suo cuore
putrefatto quanto il suo sguardo.
<<Vorrei…>> pensò la bambina
<<…avere le ali e le zanne
per volare molto distante
da questo tuo lezzo stantio
e portare con me la tua anima
da divorare durante il viaggio.>>
Ma, supina,
attese in silenzio
lei, travolta dalla vergogna
gli artigli della mano del prete
quelle dita di lava bollente
che calavano sul pube glabro
per violare la sua intimità.
Chiuse gli
occhi e sognò
una fantasia che era bellissima
dove, seduto sul dorso del drago
il cavaliere sguainava la spada
dopo colpiva il soldato di Dio
che moriva seminando bestemmie.
Il maledetto
bastardo
diventava ancora più deciso
dalla lingua di putrida bava
un residuo di acqua stagnante
colpì la bambina sui seni
lui la deglutì, infine sorrise.
Lei osservò il
paesaggio
la croce, le immagini sacre
dopo puntò gli occhi sull’orco
sul suo sesso grinzoso e ridicolo
e pensò: <<Un giorno io sarò donna
tornerò e non avrò alcuna pietà…>>
N°
3123 – 15 maggio 2016
Il Custode
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