nati sul suo davanzale
e rammenda
le sue lacrime d'amore.
Agnese vive sola
e non racconta la sua pena
della vita
che le pesa sulla schiena.
Non rammenta più
da quanto tempo oramai
coltiva fede cieca verso Dio
ma chiede: <<In cambio tu che cosa fai?...>>
Ed intanto il tempo va
tra vizi e nostalgie
sfiora i suoi seni quasi fossero seta
ma mai nessuno può recarla alla meta
ed Agnese, volto triste, fugge via
Agnese sa...Agnese pia.
Agnese se n'è andata
e sono passate molte lune
che i suoi capelli
presto diverranno argento.
Nasconde la sua rabbia
dietro un'altra sigaretta
Agnese che si uccide
troppo in fretta.
Poi rimane lì
nei pensieri suoi
nascosta tra una lacrima ed un se
e chiede a Dio: <<Che cosa fai per noi?...>>
Ed intanto il tempo va
svuotato dalla poesia
bacia la mano della statua di gesso
l'appoggia confusa al suo umido sesso
ma la statua non reagisce e lei non sa
chi del suo fiore si nutrirà.
Poi rimane lì
nei pensieri suoi
non vede che c'è ovunque la realtà
ma questa ad Agnese non importerà.
Ed intanto il tempo va
tra vizi e nostalgie
bacia la mano della statua di gesso
l'appoggia confusa al suo umido sesso
<<Ma che vita è questa?..>> grida verso Dio
non lo saprai...Agnese addio.
N° 476 - 6 luglio 1984
Il Custode
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