figlia, poi amante del demonio
eppure, in fondo al tuo sguardo
io vedo la dignità stessa
del Cristo che percorse il calvario
diretto alla cima del Golgota.
Se i tuoi
accusatori sbagliassero
io condannerei a morte un angelo
poiché tale è la tua bellezza
quanto la luna in mezzo la notte
o le stelle che, perduta la rotta
precipitano ai confini del cielo.
Dicono che
dentro il tuo frutto
Satana depositò il proprio seme
ma esso possiede quella fragranza
della rosa appena è primavera
dell’onda che carezza la pelle
e la tinge di delicata salsedine.
sebbene non vi sia alcuna certezza
che tu appartenga all’immondo
io più ti osservo e più mi convinco
di quale infamante menzogna
il clero intero ti abbia incolpata.
Se i tuoi
denigratori mentissero
io condannerei al rogo un’innocente
sicché emetterò la giusta sentenza
sulla base della mia coscienza
sarà dunque la mia anima a decidere
se donarti la vita o lasciarti morire.
N°
3121 – 11 maggio 2016
Il Custode
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