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venerdì 13 maggio 2016

IL SILENZIO DELLE CICALE

Perché non mi parli, amore
adesso che in questa notte
tacciono persino le cicale
sicché io potrei ascoltare
i tuoi sospiri, le tue imprecazioni?

Ma scosto via i fili d’erba
che scivolano sopra il tuo viso
ammetto che ti rendono bellissima
però mi occludono le tue labbra
e rubano spazio ai miei baci.

Tu sei stata la cosa migliore
che mi potesse accadere
sangue dal sapore inebriante
e sguardo di cagna che teme
di essere colpita ancora.

Come fiocchi di neve cadono
frammenti di fiori di pesco
sono diretti ai tuoi seni
allora io ne sono geloso
e li soffio in direzione del lago.

I tuoi occhi contemplano la luna
che, vanitosa, si specchia sulle acque
i suoi raggi, alquanto insolenti
disturbano i lucci in amore
e le libellule che giocano nell’aria.

Tu sei stata una sensazione buona
che io pensavo neppure esistesse
ma mio malgrado ho rovinato tutto
…perché non mi parli, amore
almeno per dirmi addio?

  N° 3122 – 13 maggio 2016


                                               Il Custode

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