Sono sempre
più distante
dal cielo terso
dalle nuvole in viaggio
io inizio la discesa
e non cerco null’altro
non desidero nessuna.
La vedo con
chiarezza
in fondo al baratro
…eccola la mia meta
tu non tendermi la mano
non tentare di curare
le mie ali che marciscono.
Ho letto il
mio destino
nei fondi di caffè
negli occhi sbigottiti
di una chiromante cieca
che percorreva la mia mano
e non vedeva la mia vita.
Non mi servono
funi
né ramponi o imbracature
per raggiungere l’oblio
basta solo fare un salto
è sufficiente un breve volo
dove non c’è alcuna luce.
Le lacrime ed
i sorrisi
appartengono al passato
così come il tuo viso
ed ogni mia parola
pronunciata per l’amore
imprecata per il dolore.
Adesso sono
più distante
dal cielo terso
dall’orizzonte tratteggiato
io mi perdo nelle tenebre
nessun desiderio di sognare
né alcun bisogno di tornare.
N°
2067 – 27 aprile 2012
Il Custode
Il Custode
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