Striscia
creatura miserabile e infame
dalle sembianze di un verme
dalla sagacia di lurida serpe
che scivola verso il mio cuore
si inerpica sulla mia anima.
Poiché io sono
debole carne
tradito dal tuo viso incompiuto
ti attendo nei cerchi concentrici
dalle pietre scagliate nel lago
e dacché io sono fatto di polvere
il vento mi afferra e mi stritola.
Tu hai l’ansia
dentro lo sguardo
la sento infettarmi le vene
è calda ed ha quel gusto orribile
dell’amore che tutti bramano
come un gatto io cerco di evitarti
se non fosse che tu ti mostri luna.
La tua rabbia
adesso è marea
che si alza ad annegare le stelle
il mio sangue non ti basta più
ciononostante non sai farne a meno
io ti odio, ma continuo ad implorarti
tu, comunque, striscia.
N°
3130 – 31 maggio 2016
Il Custode