Se mai tu
spalancassi le ali
per volare nel cielo di pece
questa bellissima notte
avrebbe una stella di più
io sarei solo in balìa del nulla
a cercarti tra le rughe della luna.
Ma rimani e
chiama il mio nome
ed io avrò le ragioni per vivere
aggrappato alle tue labbra
come chi sta cadendo nel baratro
il tuo bacio e la tua bellezza
l’ultimo desiderio, il mio solo sorriso.
Adesso ho sete
delle tue parole
piccoli sorsi per morire di te
se queste saranno amaro veleno
il tratteggio di un amore negato
ma ti vedo ed annuso il tuo silenzio
quello che dice è davvero sublime.
La tua mano è
una luce tenue
in un percorso di ammalianti tenebre
fermati e mostrami i miei peccati
di penitente fra i tuoi morbidi seni
e non importa cosa sarà il domani
l’eternità è tutta dentro il tuo sguardo.
N°
3105 – 19 aprile 2016
Il Custode
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