Egli nacque
figlio del delirio di un Dio
che emerse da oltre l’oceano
e sollevandolo sopra le onde
lo mostrò, sebbene Egli piangesse
ai granchi ed alle stelle marine.
Ebbe una
bellissima madre
quasi una bambola di porcellana
che come fanno spesso le donne
ogni volta che lo guardava
aveva amore profondo negli occhi
e la sua dipendenza nel cuore.
Occhi di
ardesia
e sorriso che pareva un martire
ogni giorno cresceva di un’oncia
ma la notte ritornava adolescente
cosicché poteva ancora giocare
sulle rughe di una foglia di sandalo.
Ma la paura
l’avversione che si ha del diverso
diventò sorgente di odio e di acido
nella mente dei padroni del tempo
Egli imparò tutto quell’astio
e lo conservò in un’ampolla di latta.
Poi si nascose
tenendo a bada la curiosità del gatto
che lo chiamava con la propria zampa
e dentro l’otre rubato al dio Eolo
Egli, in balìa di vento ed uragano
si divertiva come un bimbo alle giostre.
Ma lo
trovarono
in una sera dal gusto di ruggine
e lo confusero con Gesù il Cristo
costruirono la croce ed i chiodi
e decisero di ucciderlo ancora
però lo fecero nel totale silenzio.
Sicché Egli
morì
e sprofondò in una bava di terra
adirati, il Dio e la bambola
scatenarono carestie e cataclismi
e si pentirono, i padroni del tempo
ma esplosero insieme al loro mondo.
N°
3099 – 7 aprile 2016
Il Custode
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