Dove sei
stata, amore
durante questi lunghi secoli
vissuti della piaga antica
del delirio e della disperazione?
Forse fu
l’inquisizione
a portarti via dai miei occhi
però tu scampasti al rogo
del dolore nascosto nel petto.
Con la mano scosto
la nebbia
e tu, comunque, sei polvere
la stessa che nella mia clessidra
mi indica il tempo che scorre.
Come sull’onda
del lago
le stelle diventavano pietre
sicché io ho percorso il sentiero
per poter ritrovare il tuo viso.
Ma la luna era
bellissima
ecco perché ti ho perduta
io, seduto in grembo alla notte
le dedicavo canzoni e poesie.
Ho domandato a
grilli e falene
di rammentarmi il tuo nome
note arabe e profumo di strega
dolcissimo da pronunciare.
Adesso cammino
il silenzio
in bilico quasi io fossi un folle
poiché oltre il muro del pianto
tu piangesti il tuo sortilegio.
Dove sei
stata, amore?
In realtà a me non importa
tu ci sei…e sarà per sempre
seppure soltanto nell’anima.
N°
3112 – 27 aprile 2016
Il Custode
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