Non riesco a
volare
e sono alquanto adirato
mi agito sul promontorio
accecato dall’immensa rabbia
mentre le ali atrofizzano
coperte di cenere e smog.
Distante dal
cielo notturno
io sono un minuscolo essere
e la mia vista si spenge
frattanto che impatta le nuvole
ma lontano, oltre la luna
le stelle attendono e chiamano.
L’ardesia
delle montagne
svanisce dalle mie dita
un tempo mi bastava un sospiro
per giungere sopra le vette
aggrappato alla coda del vento
mi nutrivo di fiocchi di neve.
Io ero un
falco, un grifone
un guitto delle correnti d’aria
e adulato da falene e farfalle
schizzavo via tra i cespugli
sedotto da delfini e balene
planavo sulle onde del mare.
Un demone di fiamma
viva
conteso da streghe bellissime
adesso il mio fuoco si estingue
lo sguardo è una maschera muta
in piedi tra un branco di lupi
io tento il mio ultimo balzo.
Non riesco a
volare
e non capisco per quale ragione
mi specchio nel grande lago
e mi vedo nudo e smagrito
e diamine, io non sono altro
che un fottutissimo uomo!
N°
3114 – 30 aprile 2016
Il Custode