Translate

sabato 30 aprile 2016

NON RIESCO A VOLARE

Non riesco a volare
e sono alquanto adirato
mi agito sul promontorio
accecato dall’immensa rabbia
mentre le ali atrofizzano
coperte di cenere e smog.

Distante dal cielo notturno
io sono un minuscolo essere
e la mia vista si spenge
frattanto che impatta le nuvole
ma lontano, oltre la luna
le stelle attendono e chiamano.

L’ardesia delle montagne
svanisce dalle mie dita
un tempo mi bastava un sospiro
per giungere sopra le vette
aggrappato alla coda del vento
mi nutrivo di fiocchi di neve.

Io ero un falco, un grifone
un guitto delle correnti d’aria
e adulato da falene e farfalle
schizzavo via tra i cespugli
sedotto da delfini e balene
planavo sulle onde del mare.

Un demone di fiamma viva
conteso da streghe bellissime
adesso il mio fuoco si estingue
lo sguardo è una maschera muta
in piedi tra un branco di lupi
io tento il mio ultimo balzo.

Non riesco a volare
e non capisco per quale ragione
mi specchio nel grande lago
e mi vedo nudo e smagrito
e diamine, io non sono altro
che un fottutissimo uomo!

  N° 3114 – 30 aprile 2016


                                         Il Custode

giovedì 28 aprile 2016

LA RAGAZZA

La ragazza è sperduta
possiede una mente scheggiata
ed ha un sorriso distratto
che pare quasi finzione.

Si dondola sulle lenzuola
come fosse sulle onde del mare
come volasse nel cielo profondo
sopra il tappeto magico di Aladino.

I dottori la pungono
con le loro spade sottili
le iniettano le medicine
con cui trafiggono la sua memoria.

La ragazza è bellissima
quanto la luna e la notte
ed ogni notte rincorre ansimando
le ombre in fondo al suo sguardo.

Attende l’arrivo del principe
ma il principe pare impegnato
allora lei invita demoni e maghe
offre loro marmellata e biscotti.

La ragazza è abbandonata
come lei fosse una maledizione
quasi che il suo sortilegio
potesse infettare chi le si avvicina.

Danza la danza del ragno
che vive nella tela d’argento
a lui confida i suoi antichi segreti
poiché sa che egli è molto discreto.

Nessun sospiro di vento o di brina
entra dentro la sua stanza
nemmeno Peter Pan si può insinuare
dalla sua finestra sbarrata.

Dicono che se lei potesse
affascinata dalla brezza tiepida
spalancherebbe le proprie ali
e raggiungerebbe l’oblio distante.

La ragazza è stupenda
negli occhi ha l’intero cosmo
miriadi di galassie in fuga
e stelle che cadono esauste.

Le infermiere le sfiorano
i neri capelli di raso lucente
come fece la strega a Rapunzel
per prepararla ad incontrare l’amore.

E chiusa nel suo castello
lei sogna i suoi sogni confusi
perché la ragazza è malata
…e non se ne accorge nemmeno.

  N° 3113 – 28 aprile 2016


                                                Il Custode

mercoledì 27 aprile 2016

DOVE SEI STATA, AMORE?

Dove sei stata, amore
durante questi lunghi secoli
vissuti della piaga antica
del delirio e della disperazione?

Forse fu l’inquisizione
a portarti via dai miei occhi
però tu scampasti al rogo
del dolore nascosto nel petto.

Con la mano scosto la nebbia
e tu, comunque, sei polvere
la stessa che nella mia clessidra
mi indica il tempo che scorre.

Come sull’onda del lago
le stelle diventavano pietre
sicché io ho percorso il sentiero
per poter ritrovare il tuo viso.

Ma la luna era bellissima
ecco perché ti ho perduta
io, seduto in grembo alla notte
le dedicavo canzoni e poesie.

Ho domandato a grilli e falene
di rammentarmi il tuo nome
note arabe e profumo di strega
dolcissimo da pronunciare.

Adesso cammino il silenzio
in bilico quasi io fossi un folle
poiché oltre il muro del pianto
tu piangesti il tuo sortilegio.

Dove sei stata, amore?
In realtà a me non importa
tu ci sei…e sarà per sempre
seppure soltanto nell’anima.

  N° 3112 – 27 aprile 2016


                                        Il Custode

IO MI RICORDERO'

Io mi ricorderò
il primo vagito del vento
e steso sulla battigia
fingerò di essere morto
per impietosirti e commuoverti
fino a farti tornare da me.

Ricorderò le stelle cadenti
cadute dentro il tuo sguardo
io, con la canna da pesca
pescavo per te la più bella
poi la chiamavo per nome
quel nome era sempre il tuo nome.

Ricorderò la salsedine
rubata all’ultima onda
e modellata da un alchimista
diventò pozione d’amore
che bevuta sotto la luna piena
diede vita alla notte migliore.

Ricorderò e ne starò male
ma sarà solamente un momento
e supino sopra il mio sogno
in balìa della tua ombra
io fingo di essere morto
ciononostante tu non ritorni.

  N° 3111 – 26 aprile 2016


                                     Il Custode

lunedì 25 aprile 2016

LE ANIME OSCURE

Alla deriva
non eravamo nient’altro
dentro questo mondo fasullo
e spudoratamente normale
però era davvero bellissimo
essere dentro i tuoi occhi.

Anime oscure
macchie di nero inchiostro
accanto al riflesso del lago
laddove i fiori di pesco
come discrete gocce di pioggia
si adagiavano sopra di noi.

Gli anfibi e le borchie
mentre cianciavano i grilli
quasi devoti sudditi
omaggiavano i nostri passi
il suono dei nostri silenzi
poiché ci bastava guardarci.

Poi fu la notte
e chissà come accadde
ma il sapore sotto il tuo grembo
fu fragranza da me mai provata
mi faceva girare la testa
e schizzare via il cuore dal petto.

Una strega ed un demone
io lo so che non era vero
ma eravamo una maledizione
che fece crollare le case
e sotto le case, l’amore
morì di inedia e di asfissia.

Anime oscure
dentro questo mondo ipocrita
e fottutamente insensibile
tu ed io…intorno a noi solo il nulla
però era davvero bellissimo
pensare che durasse in eterno.

  N° 3110 – 25 aprile 2016


                                             Il Custode

sabato 23 aprile 2016

IL SORRISO DELLA DONNA DI CARTA VELINA

Io non volevo che lei morisse
ma temevo che il nostro amore
tramutasse in cenere ed oblio
il suo viso perfetto e bellissimo.

Con le puntine e con la colla
io la tenevo dentro i miei occhi
lei mi guardava e non comprendeva
che intendevo preservarne il sorriso.

Se avesse pianto lacrime intense
il suo profilo sopra la carta velina
sarebbe svanito come per incantesimo
destinando il mio cuore al macero.

Ed ho cercato la cornice più elegante
di nera ametista e dalle gocce d’argento
lei mi guardava e sembrava triste
io desideravo che vivesse in eterno.

Da oltre il vetro lei mi ha detto addio
poiché è così che l’ho soffocata
io non volevo che lei sfiorisse
ma adesso sarà per sempre mia.

  N° 3109 – 23 aprile 2016


                                              Il Custode

venerdì 22 aprile 2016

UN AMORE ALIENATO

Ti lascio entrare
ma solo per alcuni istanti
al principio del mio cuore
e vicino al mio sguardo
e se tu mettessi radici
io le estirperei con la falce.

Fra tutti i pensieri che ho
tu sei quello migliore
nel nucleo dei miei ricordi
qualcuna che fa ancora male
ma se mi abituassi al tuo profumo
non saresti più nostalgia.

Ti osservo con apatia
come tu fossi un destino dovuto
però il mio amore alienato
manca la presa verso i tuoi occhi
io mi volto per ritrovarli
e non ho più bisogno di te.

  N° 3108 – 22 aprile 2016

                                            Il Custode

giovedì 21 aprile 2016

PERSEFONE

Gli inferi e l’oltretomba
dunque è questo il mio destino
poiché Ade, folle d’amore
mi volle regina al suo fianco.

Il melograno quale stratagemma
come fu per Eva la mela
ed eccomi ahimé prigioniera
condannata per l’eternità.

Sicché io mi affiderò a Zeus
padre mio magnanimo e giusto
affinché la mia maledizione
abbia ben presto una fine.

Io ho nostalgia di Demetra
madre che mi ha sempre amata
e per me aveva creato un mondo
di fiori e di colori bellissimi.

Ed ho desiderio di Adone
già conteso alla perfida Afrodite
ma come potrei, da queste tenebre
far egli omaggio delle mie virtù?

Sei mesi…è questo il responso
quanti i semi da me consumati
sulle sponde dello Stige di lava
dove i dannati imprecano e ardono.

Così ha deciso il Dio degli dei
padre mio imparziale e saggio
ma la mia presenza sulla superficie
sarà motivo di primavera ed estate.

Gli inferi e l’oltretomba
saranno per sempre il mio regno
nella decadenza d’autunno
nell’inverno che pare la morte.

  N° 3107 – 21 aprile 2016


                                              Il Custode

mercoledì 20 aprile 2016

SI SVEGLIO'

Si svegliò
e le gambe erano instabili
tutti quei secoli sotto la terra
erano stati alquanto agitati
avevano offuscato i suoi ricordi
e reso fragile ogni pensiero.

Fece fatica ad alzarsi
piaghe da decubito e nostalgia
erano scritte sulle sue carni
oltre le zolle sentiva il sole
e per lui, ammalato di tenebre
era un supplizio intollerabile.

E respirò l’aria
un violento uragano tropicale
che percorse i suoi polmoni
ed in quei cunicoli putrefatti
provocava un dolore maestoso
che gli rammentava la vita.

Annusò il silenzio
e però era una grande bugia
sapeva bene che oltre i monti
l’apocalisse era in attesa
gemme di zolfo e torrenti di lava
dove gridavano uomini e demoni.

Nulla era cambiato
non le stagioni né la violenza
ed allora scrollò le sue spalle
e riprese la via della voragine
un ultimo sguardo all’orizzonte
poi ritornò al suo antico sonno.

  N° 3106 – 20 aprile 2016


                                              Il Custode

martedì 19 aprile 2016

L'ETERNITA' NEL TUO SGUARDO

Se mai tu spalancassi le ali
per volare nel cielo di pece
questa bellissima notte
avrebbe una stella di più
io sarei solo in balìa del nulla
a cercarti tra le rughe della luna.

Ma rimani e chiama il mio nome
ed io avrò le ragioni per vivere
aggrappato alle tue labbra
come chi sta cadendo nel baratro
il tuo bacio e la tua bellezza
l’ultimo desiderio, il mio solo sorriso.

Adesso ho sete delle tue parole
piccoli sorsi per morire di te
se queste saranno amaro veleno
il tratteggio di un amore negato
ma ti vedo ed annuso il tuo silenzio
quello che dice è davvero sublime.

La tua mano è una luce tenue
in un percorso di ammalianti tenebre
fermati e mostrami i miei peccati
di penitente fra i tuoi morbidi seni
e non importa cosa sarà il domani
l’eternità è tutta dentro il tuo sguardo.

  N° 3105 – 19 aprile 2016


                                           Il Custode

lunedì 18 aprile 2016

NESSUNA NEL BUIO

Non è che un sospiro del vento
e piega la schiena degli alberi
ma in sé ha una tale fragranza
che mi uccide dalla nostalgia.

Io guardo e non vedo nulla
oltre il cielo che pare catrame
verso le piaghe della pianura
dove un tempo avevo i tuoi occhi.

Se mai io aprissi la mia finestra
forse tu potresti ancora entrare
sulle ali di un manto di foglie
nella nebbia di ogni mio pensiero.

E però dentro il buio così fitto
non c’è altro che la solitudine
io mi quieto ed annuso la salsedine
del mio mare, della mia disperazione.

  N° 3104 – 18 aprile 2016


                                          Il Custode

sabato 16 aprile 2016

SGUARDO DI SERPE

Sguardo di antica serpe
la stessa che circuì Eva
si posa come un velo di polvere
sopra il viso della bambina
sopra i suoi minuscoli seni
nascosti sotto il grembiule
sguardo di bava che bolle
e acido che scava la pelle.

Fra i prati i grilli cantano
un canto per la primavera
ma la bambina appare confusa
stremata dai troppi pensieri
che cercano nei fili d’erba
il sentiero che la riporti a casa
fra i prati i grilli piangono
sopra il grembo delle cicale.

Ma è una giornata mite
dipinta da un sole sornione
lei osserva il cielo e sorride
i ricordi dei suoi anni assai brevi
sguardo di serpe si inebria
del calore di quel corpo immaturo
ma è una giornata triste
l’ultima per quella giovane vita.

  N° 3103 – 16 aprile 2016


                                          Il Custode

venerdì 15 aprile 2016

VORREI CHE TU FOSSI LA NOTTE

Pare divertirsi, la luna
sulla tua pelle di latte
vedere la tua tenue bellezza
è un lampo che scandaglia l’anima
averti è il mio modo migliore
di celebrare la vita.

Vorrei che tu fossi ogni cosa
che il vento reca ai miei sogni
quell’amore che mi soddisfa
e si quieta fra i miei capelli
ma mi basta che tu sia tenebra
e la tenebra sarà il mio destino.

Ti ho vista con i miei occhi
e non credevo al mio sguardo
comunque il mio cuore ti sanguina
come una stella che piange nel cielo
io non pensavo che tu esistessi
ed adesso non esiste null’altro.

Il calore del tuo gelo buono
è sulla punta delle mie dita
guardami e vedi la mia pazzia
il mio totale desiderio di te
vorrei che tu fossi la notte
ed il giorno morirà in un canto.

  N° 3102 – 15 aprile 2016


                                          Il Custode

giovedì 14 aprile 2016

DESTINAZIONE SOLITUDINE

Lei così subdola
una guerriera fasulla
cuore privo d’amore
dai battiti artificiali
è predatrice dei deboli
e preda di esperti carnefici.

Lei nelle tenebre
per non guardare la vita
nascosta come chi teme
di rivelare la maschera
e mostrare che il volto
muta con le stagioni.

Lei è fragile
schiava di pensieri cattivi
e parole spesso fraintese
facile fingersi vittima
e tessere la propria tela
nutrirsi di chi l’ha amata.

Lei talmente bella
seppure tanto selvatica
un animale che fugge
e inciampa nelle tagliole
del suo profondo egoismo
della sua infinita freddezza.

Lei non perdona
ma ha svelato il segreto
assuefatta oramai alla sconfitta
non apprezza più la vittoria
e vaga per le sue stanze
un fantasma in cerca di pace.

Lei è già morta
sebbene non lo abbia capito
ed ha abiurato il sorriso
ha rinnegato ogni carezza
chiusa nella sua prigione
e destinata ad essere sola.

  N° 2101 – 27 maggio 2012


                                            Il Custode

mercoledì 13 aprile 2016

CHIUNQUE

Cercavo un'uscita nella mia stanza
dissi troppo mentre lei stava
e se ne andò in fretta.

Lucente di tramonto marino
lei scomparve come fosse stata marea
profonda come un qualsiasi sogno
che si reca
dove tutti i sogni muoiono.

Incatenato nei suoi pensieri
nell'odio gentile dell'amore che recò
con le parole appassite
come i fiori sul mio muro
ed il vento gridava in ogni angolo
mentre la morte
restava ad attendere la mia caduta.

Fintanto che
nelle mie ore di oscurità
quando la gola fu priva di respiro
ed il gelo si impadronì della notte
io socchiusi i miei occhi
e con grande sorpresa
io potei essere ovunque
io potei essere chiunque.

Pensavo a giorni mai vissuti
lei diceva che non c'era tempo
e corse a cercarne dell'altro.

Piangevo i miei folli sorrisi
chiuso dentro il bagno di una metrò
di un treno che partiva
per chissà quale stazione
mentre lei
chissà fino a dove mi ha capito?

Ma nelle mie ore di oscurità
quando la gola è priva di respiro
ed il gelo si impadronisce della notte
io socchiudo i miei occhi
e con grande sorpresa
io posso essere ovunque
io posso essere chiunque
io posso essere chiunque
io posso essere...
io posso...
io...
...

  N° 439 – 21 dicembre 1983


                                                Il Custode