Si agitano sotto l’asfalto
voci che paiono inquiete
alcune volte qualcuna sorride
come al principio della pazzia.
La nebbia calpesta i marciapiedi
così fitta da perderci il senno
è il respiro di pensieri smarriti
ora falene attorno ai lampioni.
Una carrozza frantuma il silenzio
un viandante, forse un disperato
che si aggrappa, in questa notte
ad un ricordo sotto una lapide.
La luna è un clochard senza meta
viaggia e incespica sopra le stelle
ogni tanto pare riprendersi
dai rintocchi di tenebra in cielo.
Il lamento del vecchio orologio
si affaccia dalla torre austera
e condannati, giustiziati per caso
sono spettri per le strade deserte.
Un’unica ombra, un solo uomo
il suo passo sembra una tempesta
mentre muove sopra il ciottolato
che rintrona a causa del suo dolore.
Manifesti sui muri dei palazzi
umidi ed unti di antica pioggia
reclamizzano lontane tragedie
opere funebri ed amori allo sbando.
E quelle anime sotto l’asfalto
ora si destano e prendono forma
alcune volte qualcuna si ferma
dopo si volta, e non sa dove andare.
N° 2885 - 20 aprile 2015
Il Custode
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