Ritocchi di
candida neve
scesi dalla tela del cielo
scendevano e baciavano l’erba
e l’aria era un gelido abbraccio.
Salem tu fosti
un’oscura visione
lungo la via verso il castello
fu dove io smarrii il mio bacio
che si impigliò sulle tue labbra.
Nelle narici
ancora il metallo
delle rotaie e della stazione
ecco perché pensai inebriante
la tua pelle di rosa e vaniglia.
Nello
sbadiglio di gelido ghiaccio
febbraio sputò sopra le nuvole
mentre brulicava la gente di Carpi
intorno alla piazza e dentro i cafè.
Salem tu fosti
un amore profondo
e quando io precipitai in te
non ritrovai la strada di casa
non ritrovai più la ragione.
Chissà cosa fu
del tuo sorriso
quello che spendevi con parsimonia
fra le rotaie e nella stazione
pochi minuti alla fine del sogno.
Infine svanì
la pianura emiliana
lasciando scintille di nostalgia
però cianciava la gente di Carpi
dentro la piazza e sotto il castello.
N° 2857 - 20 febbraio 2015
Il Custode
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