La tua
presenza è fumo
che cerco di afferrare
ma s’alza un vento gelido
dal centro delle tue parole
tu voli talmente distante
ed io, muto, ti invoco invano.
Nel buio della
notte
divampa quasi fosse fiamma
una luce dai tuoi occhi
pira d’ogni mia emozione
io brucio eppur non muoio
tu sei bella sebbene spietata.
Amor che fosti
amore
di quelli tratti da un romanzo
io, sulle mie ginocchia
mi pento di ogni vissuto
degli attimi in cui ti amai
dei secoli dacché mi odii.
La tua
presenza è cenere
che sputi nel mio sguardo
ed io passo la mia mano
per scagliarla via da me
ma, impastata dalle lacrime
ha fatto nido fra le ciglia.
Nel silenzio
della notte
rintrona dentro il mio cuore
il tuo grido di battaglia
che non ammette armistizio
io combatto per sola inerzia
per rendere miti le nostre ferite.
Amor che fosti
sogno
d’un tratto diventato incubo
io spendo gli ultimi istanti
a nutrirmi di rimorso e rimpianto
il rimorso per i miei errori
il rimpianto d’averti perduta.
N° 2881 - 12 aprile 2015
Il Custode
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