ed ansima selvaggiamente
dopo ogni mio passo
dentro il dedalo di
vicoli.
Io mi volto
e non riesco a vederlo
ma la mia vita è in
pericolo
il mio destino, un enigma.
La nebbia è fitta
sopra le strade deserte
si sposa alla perfezione
con l’atmosfera
sinistra.
Buio profondo e silenzio
la luna non mi è d’aiuto
ferma nella volta del
cielo
è spettatrice annoiata.
Il predatore mi osserva
sento i suoi occhi
malvagi
scivolare come cera
rovente
ad ustionare il mio
cuore.
È notte, pare essere l’ultima
della mia misera vita
disorientato dalla paura
io mi perdo lungo le
strade.
Adesso ho un muro davanti
davvero non ho più
scampo
sento vicino il suo
alito
comunque ha un sapore
buono.
Come potrei mai salvarmi?
A chi dovrei chiedere
soccorso?
Il mio inseguitore mi
afferra
mi stringe fra le sue
braccia.
Mi parla, e la voce è dolce
io sono alquanto confuso
il viso ha qualcosa di
angelico
il suo corpo è un
capolavoro.
Ha un’espressione delusa
e sussurra:
<<Perché mi rifiuti?
Non lo vedi che sono
l’amore?>>
Sicché io preferisco
morire.
N° 3434 - 15 agosto 2018
Il Custode
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