un solo pensiero
né un miserabile ricordo
da carezzare con cura
e stringere fino a
soffocarlo
tra le mie dita di
ghiaccio.
Io cammino le rotaie
con lo sguardo alle onde
ed i capelli che
sfiorano
nuvole alla deriva
per via del vento
robusto
a causa della
solitudine.
Odio i fottuti gabbiani
che volano senza
fermarsi
che non intendono
ascoltare
le mie parole di te
quasi che parlarne
ancora
ti facesse tornare.
Quanto male nel cuore
è la legge di causa ed
effetto
mentre la luna è là
fuori
come in tutte le notti
persino in questo
momento
che io desidero il buio.
Sicché chiudo i miei occhi
e nel silenzio che regna
in bilico, all’orizzonte
io riesco ancora a
sentirti
ed ho nuova ragione
per la quale morire
d’amore.
N° 3431 - 12 agosto 2018
Il Custode
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