lei trova ancora un
rifugio?
Quella è la porta per
Narnia
lontano dalle mani
dell’orco.
Io ho disegnato salsedine
sulle sue pareti di
sabbia
per condurla sopra la
riva
di un oceano calmo e
tranquillo.
Laddove osavano le falene
il suo sorriso sibilava
nel buio
e pareva una luna
tracciata
col riflesso della sua
solitudine.
Il suo talamo, come un sarcofago
soffocava ogni cattivo
pensiero
quelli modellati di
dolore intenso
quelli tinteggiati di
dolce pazzia.
Un gatto che si muoveva sinuoso
sul principio della mia
pelle
questo è ciò che ricordo
di lei
il resto sono solo
rimpianti.
Sicché, nella tenue penombra
io cerco tra i canali
emiliani
i sassolini che ho
seminato
fino all’oscura stanza
di Salem.
N° 3440 - 23 agosto 2018
Il Custode
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