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venerdì 24 agosto 2018

LA FUGA DEI FOLLI

Si levarono in silenzio
dai giacigli di filo spinato
ed annusarono il sole caldo
che accarezzava le loro gote
e sentirono bruciare l’anima
di una rabbia mista a dolore.

Il sorriso era una tagliola
che stringeva i cuori deboli
poiché stanchi della prigione
presero in spalla la loro pazzia
e varcarono il robusto cancello
alla ricerca dell’aria di mare.

Impreparati alla vita reale
essi non seppero pianificarla
e nel disordine dei loro schiamazzi
trovare un rifugio diventò un’utopia
nel frastuono dei loro gemiti
tutti seppero dove trovarli.

Calata la sera, dopo il tramonto
le cicale frinirono forte
loro ebbero negli occhi alcune gemme
fatte di lacrime dal gusto amaro
dacché era effimera, la luna piena
così il loro senso di libertà.

E chissà se furono i grilli
a raccontare la fuga dei folli?
O forse lo fecero le lucciole in volo
che non amano molto le tenebre
le strane grida che essi dissero
fecero sì di ricondurli alla gabbia.

Ed il cuore faceva male
oltre le mura della casa di cura
e però, vista da dietro i vetri
la notte pareva fare un inchino
si era dissolto, il loro capriccio
comunque fu un sogno bellissimo.

  N° 3441 - 24 agosto 2018

                                                      Il Custode

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