in questa sera di
pioggia
ho le ali pesanti
le zampe piene di fango
e però sento il tuo
tepore
che avvolge l’intera tua
stanza.
Non sono pericoloso
soltanto alquanto
affamato
di quei tuoi seni
perfetti
come meloni maturi
delle tue morbide labbra
che inducono a pensare
al proibito.
Mi cola un filo di acido
dal bordo della mia
bocca
mi servirà a carezzare
la tua dolcissima pelle
scende un riflesso di libidine
dalla mia mente malsana.
Ho un desiderio profondo
di fare di te solo
cenere
e respirarti ogni notte
soffiarti via all’aurora
ed il fuoco sulle mie
dita
scaverà a bruciarti
l’anima.
Imparerai con rammarico
tu, cieca in balìa del
terrore
che io non sono l’amore
ma l’ultimo tuo insulso
respiro
e non mi potrai irretire
nemmeno col tuo
bellissimo viso.
N° 3429 - 10 agosto 2018
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento