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mercoledì 29 agosto 2018

PECUNIA NON OLET

Io ti ho ucciso
e per svolgere il mio lavoro
sono stato pagato bene
ed il denaro, si sa
non ha alcun odore.

Chiunque tu fosti
non ha nessuna importanza
forse eri un buon padre
magari un amante fedele
nulla che mi riguardi.

Io ho il mio talento
e lo sfrutto con professionalità
sebbene questa mia arte
sia coincisa con la tua morte
dietro un lauto compenso.

Chiunque tu fosti
appartiene al passato
ma non c’è stato nulla di personale
dunque non serbarmi rancore
per averti negato il futuro.

  N° 3443 - 28 agosto 2018

                                                        Il Custode

UN SUO SORRISO ALIENATO

Ferita alla follia
e rabbiosa come una belva
lei puntò il suo sguardo
ed iniettò tutto il suo veleno
dentro colui che l’aveva umiliata.

Aveva un sorriso
fatto di alienato dolore
che sopra la pelle dell’uomo
scivolava veloce e scavava
solchi rigonfi di pus e maledizione.

Lei lo aveva ammazzato
quell’essere infame e bastardo
che aveva raccolto il suo amore
facendone informe poltiglia
di nauseabonda disperazione.

Con un unico colpo
giusto al centro del petto
ed il cuore di quell’inetto
implose come una nuvola
tranciata dall’arcobaleno.

Sicché lei se ne va
scavalca la nebbia dell’anima
oramai donna sola e tradita
e però finalmente appagata
dalla feroce vendetta ottenuta.

  N° 3442 - 27 agosto 2018

                                                         Il Custode

venerdì 24 agosto 2018

LA FUGA DEI FOLLI

Si levarono in silenzio
dai giacigli di filo spinato
ed annusarono il sole caldo
che accarezzava le loro gote
e sentirono bruciare l’anima
di una rabbia mista a dolore.

Il sorriso era una tagliola
che stringeva i cuori deboli
poiché stanchi della prigione
presero in spalla la loro pazzia
e varcarono il robusto cancello
alla ricerca dell’aria di mare.

Impreparati alla vita reale
essi non seppero pianificarla
e nel disordine dei loro schiamazzi
trovare un rifugio diventò un’utopia
nel frastuono dei loro gemiti
tutti seppero dove trovarli.

Calata la sera, dopo il tramonto
le cicale frinirono forte
loro ebbero negli occhi alcune gemme
fatte di lacrime dal gusto amaro
dacché era effimera, la luna piena
così il loro senso di libertà.

E chissà se furono i grilli
a raccontare la fuga dei folli?
O forse lo fecero le lucciole in volo
che non amano molto le tenebre
le strane grida che essi dissero
fecero sì di ricondurli alla gabbia.

Ed il cuore faceva male
oltre le mura della casa di cura
e però, vista da dietro i vetri
la notte pareva fare un inchino
si era dissolto, il loro capriccio
comunque fu un sogno bellissimo.

  N° 3441 - 24 agosto 2018

                                                      Il Custode

giovedì 23 agosto 2018

L'OSCURA STANZA DI SALEM

Chissà se dentro il suo armadio
lei trova ancora un rifugio?
Quella è la porta per Narnia
lontano dalle mani dell’orco.

Io ho disegnato salsedine
sulle sue pareti di sabbia
per condurla sopra la riva
di un oceano calmo e tranquillo.

Laddove osavano le falene
il suo sorriso sibilava nel buio
e pareva una luna tracciata
col riflesso della sua solitudine.

Il suo talamo, come un sarcofago
soffocava ogni cattivo pensiero
quelli modellati di dolore intenso
quelli tinteggiati di dolce pazzia.

Un gatto che si muoveva sinuoso
sul principio della mia pelle
questo è ciò che ricordo di lei
il resto sono solo rimpianti.

Sicché, nella tenue penombra
io cerco tra i canali emiliani
i sassolini che ho seminato
fino all’oscura stanza di Salem.

  N° 3440 - 23 agosto 2018

                                                     Il Custode

mercoledì 22 agosto 2018

DENTRO IL TUO AMORE

Ero impegnato
a guardare il tuo viso
sicché io non mi accorsi
che stavo precipitando
fra le tue braccia
e dentro il tuo amore.

Eppure, mentre cadevo
vedevo giorni bellissimi
frammenti di pura luce
frammisti a buio intenso
schegge insolenti a colpirmi
tanto da spaventarmi.

Dentro ogni anfratto
la eco del tuo profumo
era sufficiente a pensare
a quello che fu il tuo nome
e intanto che io pensavo
non sarei potuto morire.

Poiché ero impegnato
io persi l’attimo buono
per annusare il tuo cuore
e scoprire che mi piaceva
tanto da ascoltare a lungo
la melodia del suo battito.

Prima della mia meta
ad impattare i tuoi occhi
io ho capito il destino
che venne scritto per me
ed era fra le tue braccia
era dentro il tuo amore.

  N° 3439 - 22 agosto 2018

                                                         Il Custode

lunedì 20 agosto 2018

HO FAME DI TE

Ho fame di te
del tuo oscuro sguardo
così potente e bellissimo
dentro i miei occhi muti
che come stalattiti di fuoco
si infrangono al suolo
della tua afrodisiaca pelle.

Tu non te ne andare
ma rimani ancorata
al fondale dell’anima
sicché sarai la speranza
di pensare l’amore
come spiaggia e salvezza
dal naufragio del cuore.

  N° 3438 - 20 agosto 2018

                                                      Il Custode

domenica 19 agosto 2018

IL COLPEVOLE

Volarono giù, le persone
come foglie da un albero smunto
e il colpevole, nascosto nell’ombra
tacque un imbarazzante silenzio
volarono giù, poi si fermarono
come angeli senza una meta.

Dall’alto della torre d’avorio
guardò il ponte con grande disprezzo
ed esplose la sua folle rabbia
al pensiero del denaro perduto
dall’alto della sua tracotanza
dimenticò di ricordare i defunti.

E si alzò, incontro al cielo
la polvere del ferro e della malta
a coprire, come una mano pietosa
ciò che restava dei frammenti di anima
e si alzò, dopo scheggiò le nuvole
l’ultimo lamento dei moribondi.

Sicché, infine, scese la notte
e rimase il solo canto dei grilli
la litania che accompagnò il sonno
di chiunque non poté risvegliarsi
sicché, infine, calò l’oblio
dentro il quale si confuse, il colpevole.

  N° 3437 - 18 agosto 2018

                                                    Il Custode

sabato 18 agosto 2018

PIANGE, LA MIA CITTA'

Piange, la mia superba città
l’ennesima ferita subita
però prende la vita per mano
‘ché c’è da pensare a chi vive.

Nel giorno del grande lutto
il cielo comprende il dolore
e sfodera un sole magnifico
in segno di estremo rispetto.

E ripongono, i burberi genovesi
l’attitudine verso il mugugno
‘ché c’è da portare conforto
a chi ha perso casa, affetti e animali.

Comunque non si dimenticano
dell’incuria e dell’avidità
che se solo ci fosse giustizia
per i responsabili sarebbe la gogna.

Piange, la mia amata città
eppure non china la testa
l’esperienza di tragedie passate
ha temprato il cuore e l’orgoglio.

Come nel fango, così dopo le bombe
gonfia il petto e torna a rialzarsi
e si occupa di chi ha bisogno
perché è questa la mia bellissima Genova.

  N° 3436 - 18 agosto 2018

                                                     Il Custode

venerdì 17 agosto 2018

UNA FERITA

Sanguina
eppure non duole
io so che prima o dopo
sarebbe accaduto
che tu avresti raccolto
il tuo sguardo stupendo
per poi nasconderlo
distante dalle mie mani
dal mio cuore silente.

Ciononostante
io ti penso ancora
così come si pensa
un sogno che era bellissimo
impastato di solitudine
quella che io, nella notte
condivido con le falene
ed un bicchiere sbeccato
colmo di vino e di dubbi.

È fiamma
sebbene non bruci
ma l’evanescente ricordo
della tua voce meravigliosa
scava come una vanga
a sgualcire le vene
e nel profondo silenzio
del mio respiro stantio
sei un’eco senza ritorno.

Nella mia anima
sei una ferita anomala
io ti calpesto e poi
me ne pento e mi adiro
sicché affondo la rabbia
dentro le sabbie mobile
dell’addio che ti ho detto
solamente affinché
tutto finisse per sempre.

  N° 3435 - 16 agosto 2018

                                                    Il Custode

mercoledì 15 agosto 2018

RACCONTO MACABRO

Mi sta seguendo
ed ansima selvaggiamente
dopo ogni mio passo
dentro il dedalo di vicoli.

Io mi volto
e non riesco a vederlo
ma la mia vita è in pericolo
il mio destino, un enigma.

La nebbia è fitta
sopra le strade deserte
si sposa alla perfezione
con l’atmosfera sinistra.

Buio profondo e silenzio
la luna non mi è d’aiuto
ferma nella volta del cielo
è spettatrice annoiata.

Il predatore mi osserva
sento i suoi occhi malvagi
scivolare come cera rovente
ad ustionare il mio cuore.

È notte, pare essere l’ultima
della mia misera vita
disorientato dalla paura
io mi perdo lungo le strade.

Adesso ho un muro davanti
davvero non ho più scampo
sento vicino il suo alito
comunque ha un sapore buono.

Come potrei mai salvarmi?
A chi dovrei chiedere soccorso?
Il mio inseguitore mi afferra
mi stringe fra le sue braccia.

Mi parla, e la voce è dolce
io sono alquanto confuso
il viso ha qualcosa di angelico
il suo corpo è un capolavoro.

Ha un’espressione delusa
e sussurra: <<Perché mi rifiuti?
Non lo vedi che sono l’amore?>>
Sicché io preferisco morire.

  N° 3434 - 15 agosto 2018

                                                           Il Custode

SEMPRE VIVO

Sempre vivo
ed è un ricordo, bambino
che mi afferra il cuore
e lo rende poltiglia
una maleodorante pozione
di dolore e di lacrime.

Comunque sia
passerà questa vita
insieme al canto stonato
dei grilli e delle cicale
che stanno, siccome timidi
nascosti tra le spighe di grano.

Tu resta sereno
ovunque adesso dimori
non mi hai concesso molto
a causa dei tuoi brevi anni
ma mi hai donato attimi
di una bellezza incredibile.

Addio amore
io non ho altre parole
soltanto un vuoto immenso
dentro le tasche e nell’anima
e ancora la fottuta immagine
della tua dipartita.

  N° 3433 - 15 agosto 2018

                                                   Il Custode